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04/07/2004 – T. ORDINARIO – ANNO C – 14 DOMENICA – 2004

14ª DOMENICA TEMPO ORDINARIO.
Anno C – 4 Luglio 2004

Che ridere! Agnelli più forti dei lupi.

RACCOGLIMENTO
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo. Amen.
Ascolta, Israele: io sono il Signore Dio tuo…! Ascolta, Chiesa che sei in..; ascolta N [tuo nome]
Eccomi, Signore: aiuta tutti come ora aiuti noi: ad ascoltarti.

LETTURA
Leggendo i testi, che ascolteremo nella prossima assemblea in festa, diveniamo coscienti di ciò che il Signore Gesù ha compiuto in sé e ora attua in noi (Vedi LETTURE). A ciascuno Egli dice una parola efficace, per esempio oggi (Ant. Com.):
Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a predicare il regno.
Gesù suscita in noi anche la risposta. La formuliamo con il Versetto Responsoriale:
Grandi sono le opere del Signore!
Questo colloquio di Dio con l’uomo, fatto di Parola e di Risposta, cresce con l’orante che cerca il Signore.

MEDITAZIONE o RILETTURA
Ci lasciamo preparare alla celebrazione con la comunione nello Spirito Santo, rileggendo vangelo, I e II lettura alla luce dell’antifona alla comunione: così comprendiamo meglio e favoriamo ciò che Gesù attua in noi. Con lo Spirito e la Sposa aderiamo a Gesù che viene per noi e per tutta l’umanità, e diciamo: “Vieni, Signore Gesù”. E Gesù, che sta venendo, dice: “Sì, ecco io vengo, Chiesa che sei in…”, N, (tuo nome).
Che ridere! Agnelli più forti dei lupi.
Tu sei più forte dei lupi, perché cammini con me.
«Il Signore designò altri settantadue discepoli; e li inviò due a due avanti a sé dove stava per recarsi». Cammino con la mia Chiesa radicata nel popolo d’Israele (vedi i Dodici di domenica scorsa); in questa celebrazione mi rendo presente in atto di camminare con tutta l’umanità, con la vita tua e di ciascuno nel mondo; umanità rappresentata nel simbolo Settanta(due): tu e ciascuno designati e inviati dal Padre in me, ammessi con me alla presenza di Dio, come i Settanta Anziani d’Israele sul Sinai (Es 24); partecipi del mio Spirito, come i Settanta partecipavano allo spirito dato a Mosè (Num 11, 16ss); tutta l’umanità in viaggio con me, settanta(due) (10 x 7 + 2), tavola dei popoli della terra (Gen 10): tu, come ciascun individuo di ogni nazione (10) di tutti i tempi (x7), in me, vero Mosè ed Aronne (+2=72), sei come in viaggio, diventi vero Amico di Dio, parli con lui bocca a bocca (Mosè) nella mia intimità con il Padre, e diventi vero Amico del popolo, parli a ciascuno e a tutti in nome del fratello (come l’Aronne che io sono in te): come Aronne parlava in nome del fratello Mosè, tu parli in nome mio, vero Dio divenuto vero uomo, tuo fratello, per rivelare il Padre al mondo, fare un regno di unità e di pace. Ora, Risorto, presso il Padre sono il Signore, rendo presenti a lui tutti gli uomini, e mi rendo presente agli uomini in te, nei miei fedeli: ognuno destinatario e poi parte (= missionario) del mio Vangelo (= di me). Vi invio due a due, come io e il Padre siamo due nell’unico Amore, Spirito Santo; due come «segno di aiuto, comunione e correzione reciproca» nel nome del Signore, parola di Dio accessibile a tutti, «in ogni città e luogo»: nel vissuto di ogni persona, io, il Creatore vengo accolto come il Salvatore, «dove sto per recarmi», = dovunque mi reco. – Acclamate a Dio da tutta la terra, cantate alla gloria del suo nome, date a lui splendida lode.
Che ridere! Agnelli più forti dei lupi, perché partecipano ai miei interessi. «Diceva loro: La mèsse è molta, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Padrone delle messe perché mandi operai per la sua messe. Ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. Non portate nulla. Dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui». L’umanità è fatta per Dio come una messe pronta e abbondante; è fatta da Dio secondo il suo progetto, lui solo può suscitare in altri, come in te, i suoi interessi per la sua umanità; designato e inviato come me l’eletto e il mandato dal Padre, cammini con me: non vado in nessuna parte senza di te; là dove sei, poi, tu vedi cosa c’è da fare e lo fai con la mia autorità e potere: il tuo nome è: «JO-HANNI = Javè fa grazia. Io t’invio e tu parli di me, mi rappresenti, mentre mi avvio al dono supremo di me stesso, al servizio più grande per l’umanità. Primo tuo compito è predicare = testimoniare (due a due) il regno con sollecitudine, come quando si ha cura di mietere il raccolto prima che marcisca; non c’è tempo per convenzionalismi, saluti, visite amiche; il raccolto è maturo e abbondante, è l’intera umanità, fatta e preparata dall’unico Padrone che ne ha cura tramite te, tramite ciascuno. T’invito a condividere il profondo interesse che ho per il compito ricevuto dal Padre: rendere visibile la sua misericordia per gli uomini. Inerme, indifeso, sicuro solo della mia protezione e del coraggio che ne deriva, rispondi mite e paziente al rifiuto e alla persecuzione, in attesa che il Padrone, autorevole come un pastore, e mite come un agnello, agisca, muova i cuori fatti da lui: il tuo passaggio non rimane inattivo, i tuoi passi lasciano lo stampo, la polvere che lasci ti farà venire apparire alla loro mente. Ti è di ostacolo ogni mezzo (borsa, bisaccia, sandali) quando diventa per te più importante del fine: il regno di Dio. Sono l’Agnello che vince lasciandosi sgozzare; così sei tu che partecipi alla mia missione. Sono il povero che ha per ricchezza l’intimità con il Padre; questo tu mostri con la vita, annunzi con la parola. Questo non è opera umana: non avviene per la fiducia in «borsa» di ricchezza, o in «bisaccia» di povertà; ma solo nell’essere Servo del Signore Regnante. – «Dite a Dio: “Stupende sono le tue opere!”».
Che ridere! Agnelli più forti dei lupi, perché testimoniano la comunione. «Restate in quella casa. Mangiate ciò che danno. Curate i malati. Dite: E’ vicino il Regno di Dio». Se non mescoli interessi personali con quelli del regno, se non approfitterai della generosità di chi ti ospita, cioè, se «non passi di casa in casa», preferendo il ricco e lasciando il povero che ti ha accolto per primo, tu rendi presente il Signore, il Regno. Buona Notizia che si rivela nell’ospitalità, nelle guarigioni e condivisioni alla stessa mensa crea benessere nella comunità dei credenti, mostra com’è vicino il Signore che estende il suo regno. La Buonanotizia poi si rivela in particolare quando sei rifiutato o accolto come me, ma tu esulti sempre con me per quello che Dio sa operare in ognuno: anche se nulla c’è in comune con chi rifiuta il regno di Dio, neanche la polvere dei sandali, il Signore però sa come trasformare in bene dell’umanità ogni fatto anche negativo. La Parola stessa condanna nell’intimo chi non l’accoglie: tanto più grande è la conseguenza del rifiuto, quanto più grande è l’offerta del dono; offendono me, non te. – «A te, o Dio, si prostri tutta la terra».
Che ridere! Agnelli più forti dei lupi, perché testimoniano che Dio ha cura di questa loro comunità. «I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome. – Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore; io vi ho dato il potere di camminare; nulla vi potrà danneggiare; ma rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». Partiti nell’indipendenza dai beni terreni, tornano nella pienezza della gioia celeste: hanno esperimentato la signoria di Dio sul diavolo – satana: hai il mio potere sulla menzogna e sulla morte; sei mio testimone: associato/a alla mia morte, risurrezione entri con me nella «gioia» della Vita. – A te canti inni, canti al tuo nome», perché:
Gradi sono le opere del Signore!

Che ridere! Agnelli più forti dei lupi!? E si rallegrano con me. «Rallegratevi quanti amate e soffrite per Gerusalemme: vi sazierete di consolazioni». La nascita di un bimbo, il figlio di Acaz (Is 66, 5-9), segno che Dio è fedele alla promessa fatta a Davide due secoli prima (Is 7-11) e spesso richiamata nella convinzione che Dio è fedele, manifesta l’agire sorprendente di Dio, Padre che fa vivere, Madre che cura e consola il figlio Israele, pieno di «gioia», proprio in un momento in cui non c’era nulla che possa far gioire. Ecco, quel bambino sono io, Gesù, in viaggio con te verso la nuova Gerusalemme: tu soffri con me, con me partecipi alle consolazioni in seno al Padre. – «Venite e vedete le opere del Signore».
Che ridere! Agnelli più forti dei lupi, perché si vantano del mio amore. «Farò scorrere verso Gerusalemme prosperità e ricchezza: come una madre vi consolerò. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore». In me si compiono le promesse: come un fiume di prosperità, un torrente di ricchezza, raggiungo tutti i popoli; come buon Pastore porto in braccio tutte le nazioni, dono loro ristoro e consolazione. Il tuo cuore «gioisce», si rinnova la tua giovinezza: Dio si manifesta ai suoi servi, ai poveri che solo in Lui confidano; sei in grado di consolare altri come sei consolato da Dio. – Mirabile è Dio nel suo agire sugli uomini.
Che ridere! Agnelli più forti dei lupi, perché consolano come sono consolati. «Farò scorrere verso Gerusalemme prosperità e ricchezza: come una madre vi consolerò. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore». In me si compiono le promesse: come un fiume di prosperità, un torrente di ricchezza, raggiungo tutti i popoli; come buon Pastore porto in braccio tutte le nazioni, dono loro ristoro e consolazione. Il tuo cuore «gioisce», si rinnova la tua giovinezza: Dio si manifesta ai suoi servi, ai poveri che solo in Lui confidano; sei in grado di consolare altri come sei consolato da Dio. – Con la tua forza domini in eterno.
Gradi sono le opere del Signore.

Che ridere! Agnelli più forti dei lupi, perché si vantano del mio amore. «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo». Gesù mi ha amato e ha dato se stesso per me fino alla croce; il suo amore mi sprona ad essere io stesso crocifisso per il mondo: quell’ordine di cose che si basa su potere, piacere, ambizioni non mi tocca; soffro e gioisco in lui; non ho altro Bene. Conta l’essere questa nuova creatura che ora io sono. Su chi segue questa norma è pace e misericordia di chi è designato e inviato davanti a me, dice il Signore Gesù: io sono la nuova creazione. In me tutti sono ricreati: tutti sono nella «gioia». – Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, e narrerò quanto per me ha fatto.
Che ridere! Agnelli più forti dei lupi, perché portano i segni della mia grazia. «Nessuno mi procuri fastidi: porto le stigmate di Gesù. La sua grazia sia con tutti voi». Camminando con me, tu dichiari con Paolo, mio fedele: Non voglio saperne d’altro; porto nel mio corpo i segni del suo amore, perché lui mi ha reso capace di quanto è avvenuto in me e intorno a me; vorrei essere anàtema (= scomunicato, fuori della comunità con Gesù) per i miei correligionali (perché i miei vicini di religione conoscano e siano in comunione gioiosa con Gesù come me): auguro a tutti, cioè, la sua pace, la grazia, la «gioia» di appartenere solo a lui. – Sia benedetto Dio: che non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia.
Gradi sono le opere del Signore.

PREGHIERA EUCARISTICA
La risposta di lode e di supplica riassunta nel Vers. Resp.:
Gradi sono le opere del Signore,
si sviluppa in preghiera eucaristica fatta di:

ringraziamento: prefazio. Grazie, Padre, per il tuo Figlio:
che ci hai inviato come Salvatore;

attualizzazione: consacrazione. Ora, Padre, manda lo Spirito:
Gesù, Messaggero di salvezza, sia in mezzo a noi;

offerta: nostra in Cristo al Padre. In noi, Padre, si offre a te Gesù:
che ha unito a sé tutte le nazioni, rendendole a te gradite;

intercessione: per tutti vivi defunti. Tutti, Padre, accogli in Cristo:
inviati davanti a sé, partecipino della sua gloria;

lode finale: esplosione dei sentimenti. A te, Padre, ogni onore e gloria.
per Cristo, con Cristo, in Cristo, nell’unità dello Spirito Santo.

CONTEMPLAZIONE
Nella chiesa il Padre convoca i credenti in Cristo, in cinque tappe (v. LG 2); contempliamo oggi nei suoi cinque momenti, per es., La vocazione all’intimità:

prefigurata, sin dall’inizio, nella Creazione: vocazione all’intimità, in ogni uomo;
figurata, nella storia d’Israele, antica alleanza: vocazione all’intimità, in Israele con Dio;
compiuta, in Cristo Gesù, negli ultimi tempi: vocazione all’intimità, in Gesù con il Padre da cui è uscito;
manifesta, nella chiesa, per lo Spirito effuso: vocazione all’intimità, nella Chiesa in Cristo Gesù con il Padre;
completa, alla fine, nella gloria della Trinità: vocazione all’intimità, in tutta l’umanità con il Padre in Cristo.

Preghiamo: O Padre, che hai riconciliato a te il mondo in Cristo, affidandoci la parola della riconciliazione; donaci di cantare le tue grandi opere. Per Cristo nostro Signore. Amen.

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Vedi il testo nel messalino: tempo ordinario,
14ª domenica – anno C – 4 luglio 2004.

LA PAROLA A PAROLE MIE

Parola-chiave delle letture:

CHE RIDERE! AGNELLI PIÙ FORTI DEI LUPI.

Vangelo (Lc 10,1-12.17-20)
Dopo aver scelto 72 discepoli, Gesù prende di nuovo l’iniziativa e li designa, li invia, li manda come lui stesso è mandato dal Padre; e dà loro lo stesso suo potere, la stessa sua autorità. Li manda a pregare prima di fare, dicendo: “Pregate il padrone della messe che mandi operai alla sua messe”. Infatti spetta a Dio la cura del suo campo. E Dio non si stanca di uscire a qualsiasi ora del giuorno (Mt 20); non si stanca di farci grazia di sé attraverso coloro che hanno trovato nella sua pace il riposo del loro cuore. Vi rivelo che Dio stesso si avvicina all’uomo tramite altri uomini: trmite voi. Questo mistero ha conquistato il vostro cuore di annunciatori; conquisterà anche quello degli ascoltatori. Tramite la vostra testimonianza di pace gioiosa tutti conoscono il Signore, direttamente e personalmente. Ma a loro volta devono essere resi capaci di annunzio con la vita anche coloro che ricevono il vostro annunzio, perché a tutti giunga la pace del Signore. Questa è la grazia dei tempi che state vivendo. Aiutatemi a svolgere così la mia MISSIONE: portate al mondo il mio messaggio di GIOIA. Come contadini che raccolgono il grano, raccogliete intorno a voi tutte le persone che mi accolgono e mi amano. Molti altri infatti verranno dopo di voi. Tutti sono destinatari e annunziatori della stessa GIOIA, tutti continuano la vostra MISSIONE. Partite subito dunque, a due a due, a dare al mondo la mia bellanotizia! Avendo incontrato me, come me voi farete riposare il vostro capo solo nel volere di Dio, che cerca la salvezza degli uomini; il vostro riposo consiste nella pace che portate nel mio nome. Vi invio due a due, e non individualmente, per annunciare la pace del Regno che voi mostrerete nella vostra relazione fraterna. La pace del Signore, che si fa vicino a voi, diventa fonte di benevolenza tra voi: diventa segno dello splendore di Dio in mezzo agli uomini. –
Poi Gesù aggiunge: “Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali”. Cioè, non cercate di imitare i lupi. Restate agnelli fino in fondo. Avverrà infatti per voi come per il Figlio dell’Uomo, l’Agnello di Dio, che ha rivelato lo splendore dell’amore del Padre verso gli uomini sino in fondo, fino alla morte. Rimanendo agnelli rivelate il mistero dell’amore che il mondo non conosce. Non temete: la debolezza di Dio è più forte della forza degli uomini.”Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare” (Lc 10,19). Il discepolo che vive la GIOIA del Regno non subirà alcun danno. E non ha bisogno di nient’altro, perché non fa conto su nient’altro, «né borsa, né bisaccia, né sandali», mentre usa tutto ciò che gli è necessario.
Alcuni di loro però, pensavano preoccupati: Se dobbiamo andare in posti lontani, dove andremo a dormire? E chi ci darà da mangiare?. – Ma Gesù, intuendo le loro preoccupazioni, li incoraggiò dicendo: La Provvidenza divina non vi farà mancare niente. Voi pensate innanzitutto alla MISSIONE che vi ho affidato, e al vostro sostentamento ci penso Io! – Poi concluse: “Andate senza paura: guarite i malati e portate a tutti la mia GIOIA. Chi vi ascolterà, riceverà la mia gioia. Se poi qualcuno non vorrà ascoltarvi, non insistete più di tanto. La mia «bellanotizia» va proposta, non imposta. Voi pensate solo a svolgere la vostra MISSIONE di pace!
I settantadue dopo un pò tornarono. E pieni di GIOIA, dicevano: “Maestro, avevi ragione. Siamo riusciti a guarire molti malati. Quando ci vedevano tutti saltavano di gioia!”. Ma Gesù rispose: “Non esaltatevi tanto per i segni straordinarei che avete fatto, ma piuttosto perchè Dio vi ama. Voi siete i suoi figli: è questo che vi deve riempire di GIOIA!

Prima lettura (Isaia 66,10-14c)
Dice il profeta Isaìa: “Questa è la mia MISSIONE: annunziare a tutti LA GIOIA! Ora basta con le disgrazie: saltate tutti di gioia. Come un neonato si attacca al seno della mamma e si calma, buttiamoci nelle braccia di Dio: e troveremo pace. Ve lo garantisco: la prosperità ed il benessere torneranno anche a livello più profondo. Tutto rifiorirà: e tornerà LA GIOIA!”.

Seconda lettura (Galati 6,14-18)
Cari amici, non state sempre a vantarvi. Io mi vanto solo di una cosa: delle mie sconfitte. Gesù ha accettato la croce: non ha avuto paura di sembrare sconfitto. Anche voi allora, non cercate il successo a tutti i costi. Ciò che conta non è apparire vincenti, ma sentirsi davvero nuovi, realmente umili, veramente felici. Chi ha capito questo, ha capito tutto il messaggio di Cristo. E riceverà la Sua GIOIA!

Salmo Responsoriale (Dal Salmo 65/66)
Voi tutti abitanti della terra, battete le mani al Signore. Lui ha fatto cose fantastiche: ringraziatelo con gioia. Dio fa per noi cose grandi: ci ascolta, ci vuol bene, ci sta sempre vicino. E’ Lui la fonte della GIOIA!

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