18-04-2004-Pasquale-C-dom2

18/04/2004 – T. PASQUALE – ANNO C – 2 DOMENICA – 2004

2ª DOMENICA DI PASQUA
Anno C – 18 Aprile 2004: sempre insieme!

Il Risorto, nell’assemblea cristiana, fa crescere di domenica in domenica,
di giorno in giorno, il suo corpo che è la chiesa: l’umanità tutta.

RACCOGLIMENTO
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo. Amen.
Ascolta, Israele: io sono il Signore Dio tuo…! Ascolta, Chiesa che sei in..; ascolta N [tuo nome]
Eccomi, Signore: aiuta tutti come ora aiuti noi ad ascoltarti (Dt. 6,4; Lc 8,21; Is 6,8; Ebr 10,1s; Rm 12,1s).

LETTURA
Signore Gesù, nulla mi è più caro di te! Ascolto la tua parola nella messa del giorno (PCFP, 13); tu mi metti in bocca anche la risposta: fa’ che ascolto e risposta crescano con l’orante che ti cerca, o Dio (Gregorio, Cassiano, Benedetto). Vedi LETTURE

MEDITAZIONE o RILETTURA
Signore Gesù, tu mi parli di te stesso “Buona Notizia” nel vangelo, “compimento” delle promesse della prima lettura, “fondamento” della chiesa nella seconda lettura: rileggo vangelo, I e II lett. alla luce del versetto al vangelo:
Perché mi ai veduto, Tommaso, tu hai creduto: beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno.

Signore Gesù, tu ti rendi presente! Con lo Spirito e la Sposa io grido: “Vieni, Signore Gesù!”. E tu rispondi: “Sì, ecco: io vengo” (Apc. 22,17s); così nel dialogo, alla comunione, mi dici chi sei e cosa fai oggi in noi (Antifona alla Comunione):
Accosta la tua mano, tocca le cicatrici dei chiodi e non essere incredulo, ma credente.

Beati quelli che credono: accostati e tocca; mangia e bevi.
(Cogliamo il senso delle parole di Gesù alla Comunione, confrontandole con il vang., I e II lettura).
Accostati e tocca; mangia e bevi: Beati quelli che aderiscono e si accolgono come sono accolti da me:
mi rivelo risorto nella mia comunità domenicale. «Otto giorni dopo, venne Gesù». Rivolge a te, a ciascuno della comunità, in questa comunione, l’invito che ha rivolto a Tommaso: Tu, accosta, tocca, mangia, bevi; accogli il mio amore, lasciati amare totalmente, perché in te io possa amare i fratelli! Ecco cosa voglio dire con le parole: «Non essere incredulo, ma credente!». – «La sera di quello stesso giorno…, mentre erano chiuse le porte del luogo, dove si trovavano i discepoli per timore dei giudei, venne Gesù». E’ il «giorno del Signore»; tutto è al suo servizio: tempo, spazio, beni materiali, sentimenti. Il Signore Gesù ci fa rivivere ogni domenica le meraviglie dell’incontro con lui; con la risurrezione Gesù è il Padrone della storia; tutto è cambiato, tutto è a servizio della sua venuta fra noi: elementi esteriori descrivono le situazioni interiori delle persone. Il tempo, «la sera di quello stesso giorno», non è più un tempo a se stante, ma il tempo in cui «viene Gesù»; il luogo «dove si trovano i discepoli», dove noi ora ci troviamo, non è più importante per se stesso, ma perché è il luogo in cui «viene Gesù»; le porte chiuse non gli impediscono di venire: nulla può resistere al suo immenso amore per te; il timore che viene dagli uomini è soppiantato dalla gioia «al vedere il Signore»: timore e gioia non sono più semplice psicologia umana, ma relativi alla presenza di Gesù, c’è anche una psicologia «cristica» oltre che animale e umana; chi accoglie l’Amore che viene, sperimenta la vita che supera il timore e la morte; cioè l’uomo sperimenta il timore e la morte, ma l’uomo «immerso» in Cristo, mentre ha il timore e muore, ha anche il sentimento della vittoria nella «pace» che è Gesù. – «Celebrate il Signore, perché è buono, perché eterna è la sua misericordia». Dica la comunità cristiana che egli è buono:«eterna è la sua misericordia». Lo dica la casa di ogni persona: «eterna è la sua misericordia. Lo dica chi teme Dio: eterna è la sua misericordia».
Accostati e tocca; mangia e bevi: Beati quelli che aderiscono e si accolgono come sono accolti da me.
Mi rivelo pieno compimento della Pace. «Venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: Pace a voi!»: la mia assenza per la passione e la morte ha tolto un tipo di pace; ecco, ora Gesù è la Pace in mezzo a noi; pace permanente, non più transitoria, perché, Gesù dice: «Io sono con voi per sempre». – La Pace non è più una “cosa”. Gesù dice: «Pace a voi», cioè «Io Sono» la Pace, io in persona, io con voi; io, il Signore: con me ogni bene in cielo e in terra.- «I discepoli gioirono al vedere il Signore»: con la visione di quest’unico bene, di questa Pace totale che è Gesù, i discepoli provano una «gioia» piena, che il mondo non conosce e quindi non può dare. I giudei, che incutono tanta paura, sono ancora là, ma dipendono da Gesù; egli non fa scappare di discepoli; aumenta in loro la forza con cui lui «si fece avanti» di fronte alle guardie che lo catturano; lui, entrato a porte chiuse, ha già fatto gustare ai discepoli l’amore gratuito: il loro posto in cielo; egli non dice loro: Ora facciamo i conti; perché mi avete tradito?! – Ma dice: “Pace a voi!”. – Questo è l’amore che vince la morte; essa è vinta, non da un cumulo di ricchezze materiali, ma da Gesù che ama fino a morire, ed ecco, è Vivo; se tu l’accogli, e lo lasci continuare ad amare con le tue forze i fratelli, come egli dice alla Maddalena: “Non trattenermi, ma va’ dai miei fratelli”, pur traditori, allora sperimenti anche tu l’amore che vince la morte. Meraviglia, quindi, di Gesù risorto; meraviglia di una Pace e Gioia senza fine; meraviglia di un’Esistenza nuova in Gesù; ma la meraviglia più grande sta nell’essere fatti partecipi dell’Amore di Dio verso i fratelli: questa è la fonte di tutte le meraviglie. – «Dona, Signore, la tua salvezza, dona, Signore, la vittoria!».
Accostati e tocca; mangia e bevi: Beati quelli che aderiscono e si accolgono come sono accolti da me.
Mi rivelo missionario del Padre e vi prendo con me. «Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi!”. Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”». Come il Padre, anch’io; e come io…, anche voi. – «Come» – «Così»: paragone di uguaglianza: dal Padre a Gesù, da Gesù a Noi. Uguaglianza di Amore che tutto condona, che mai si sente offeso; lo stesso Spirito Santo che guida Gesù fino alla croce e lo risuscita, ora è presente e opera in te, in tutti noi. Fa’ una prova di risurrezione in Gesù, di liberazione dalla morte con lui: Pensa a una persona che ti fa problema; provi tanti sentimenti di ritrosia, una sensazione di chiusura e di paralisi; e nello stesso tempo di reazione «tua» inefficace. Ma lascia agire Gesù in te, cioè: Pensa al Signore Gesù venuto in te alla comunione. Ricordi che Gesù ama quella persona come ama te, e provvede una storia per ciascuno in vista di questo sperimento che stai facendo. Pensando così a Gesù, tu ora «credi, – cioè accogli Gesù – ti accosti, lo tocchi, lo mangi e bevi». Dicendogli: «Signore Gesù, lascio a te la vera vendetta; il compito di amare in modo che giova a me e a quella persona», tu ti lasci toccare e trasformare da Gesù in Gesù, come il pane e il vino consacrati. Tutto ti sembra come prima, come il sapore del pane e del vino consacrati. Ma nota come ti senti interiormente libero, come chi ha già fatto tutto quello che deve fare di fronte a Dio. Se Gesù vuole fare qualcos’altro tramite te, e lo farà come l’ha fatto tramite Maria Maddalena che Gesù ha mandato dai suoi discepoli, te lo dirà momento per momento. Ma allora non è tua l’iniziativa, né l’operato. Tu ora ti senti sgravato di tutto, stai meglio anche fisicamente, vedrai come tutto torna a bene di tutti. Acquisti un senso della presenza di Gesù Risorto, una libertà propria della vita nuova in Cristo. Ti si presentano più chiare tutte le Scritture, perché sono diventate storia tua, come dice Paolo: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me». Senti come tutti i tuoi peccati sono rimessi: Le cose vecchie sono passate, ne sono sorte di nuove, perché hai messo la tua umanità a disposizione del Signore Risorto. Senti infine come Gesù Risorto è credibile, e come il condono di Dio si mette all’opera in te, suo primo beneficiario. Quante meraviglie di Dio in te per un semplice atto di amore di Gesù in te verso un’altra persona bisognosa di amore come te! – «Ecco l’opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi».
Accostati e tocca; mangia e bevi: Beati quelli che aderiscono e si accolgono come sono accolti da me.
La missione di Amore in voi è opera dello Spirito Santo. “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi”. La mia opera in me, in te, in ciascun fedele, in tutta la mia Chiesa, sta nell’accogliere, donare l’Amore del Padre, lasciare che giunga a tutti: togliere terreno al Maligno. «Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù». Tommaso è detto Dìdimo = Gemello, di Gesù, perché è l’unico disposto a dare la vita con lui. Quando Gesù decide di tornare in Giudea per l’amico Lazzaro, «Tommaso disse ai condiscepoli: “Andiamo anche noi a morire con lui”». Tommaso dice: “Con” lui, non “per” lui, come invece dice Pietro che poi lo tradisce; il discepolo non dà la vita per Gesù o per Dio, ma accetta l’amore di Gesù e «con» tutto se stesso lascia che Gesù in lui continui ad amare i fratelli. Questo è l’opposto di ciò che avviene nella comunità di Corinto, dove non si condividono i Beni in segno di amore. Paolo richiama: “Ciascuno quando partecipa alla cena prende prima il proprio pasto e così uno ha fame, l’altro è ubriaco. Il vostro non è più un mangiare la cena del Signore Gesù che la notte in cui fu tradito prese il pane, rese grazie, lo spezzò lo diede dicendo: Questo è il mio corpo che è per voi” (cfr 1 Cor 11,17-34). Ma questo è ciò che avviene invece nella comunità di Gerusalemme, dove malati, poveri, emarginati ritrovano speranza anche davanti alla sola «ombra» dell’apostolo. – «Ecco l’opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso.
Accostati e tocca; mangia e bevi: Beati quelli che aderiscono e si accolgono come sono accolti da me.
Missione non per Dio ma con Dio in Gesù. Tommaso che «non era con loro», rappresenta tutti noi allora assenti, ma chiamati ad essere ciascuno «uno di loro» quando viene Gesù nel nostro tempo. «Gli dissero allora gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”»: cioè ti annunziamo un’esperienza, abbiamo visto Gesù risorto, il Padre gli ha dato ogni potere, è il Signore.- L’Amico Gesù, il Signore, coinvolge chi è bendisposto, come Tommaso, che grida il bisogno disperato di credere: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi…”, che loro hanno visto, come posso crederci anch’io? “Non crederò!”. – Questo è un atteggiamento risoluto, non ricattabile, disposto alla verità che è «pace» e «gioia». «Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso», accolto dai discepoli, in attesa di una grazia per lui come è stata per loro: accogliere gli altri come si è accolti, costituisce la comunità che vive dell’ottavo giorno: il giorno di Gesù. «L’ottavo giorno» è Gesù, il giorno della nuova creazione, iniziata con la prima creazione completata in Gesù, immagine di ciò che deve avvenire nella comunità e in ogni persona. È l’ottavo giorno che riempie ciascuno dei sette giorni della prima creazione. La persona, la parola, l’amore di Gesù è l’Ottavo giorno: è il «Condono» totale e incondizionato di Dio verso noi tutti in ogni caso. Ma in noi questo Condono di Dio diventa attivo solo quando, spinti dallo stesso Condono verso di noi, cioè liberi dal debito sproporzionato di diecimila talenti, noi non strangoliamo il nostro vicino, ma lo perdoniamo, lo condoniamo a nostra volta. Questa è la realtà nuova, celeste e visibile, sovrumana e credibile a tutti, l’ottavo giorno che sovrasta i sette giorni della nostra storia: ogni istante dei nostri giorni può essere quell’0ttavo Giorno; infatti, ogni volta che si riceve e si trasmette amore gratuito, nell’assemblea dei suoi fedeli «si rende presente» il Signore, si è «gloria» di Dio. l’Amore di Dio trasmesso a noi in Gesù può essere da noi fermato e congelato, non accolto e non trasmesso: è la morte. La Chiesa vive di quell’amore: «Da questo tutti vedranno che siete miei discepoli». – «Vi benediciamo dalla casa del Signore; Dio, il Signore è nostra luce».
Accostati e tocca; mangia e bevi: Beati quelli che aderiscono e si accolgono come sono accolti da me.
Il Padre stesso vi fa servi del suo amore in Gesù. «Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!”». Nella nuova situazione di Risorto, lo stesso Gesù si rende presente ieri, oggi e sempre; egli viene «a porte chiuse»: non ci sono porte sbarrate che l’amore non oltrepassi per incontrarci. Mostra le mani e il costato con i segni gloriosi e incancellabili del dono di sé per noi; segni che Gesù mostra al Padre mentre vive intercedendo per noi; dice: Io Sono la vostra Pace. «Poi disse a Tommaso: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani…”»: conosco i desideri del tuo cuore, mi faccio trovare da chi mi cerca; mi rivelo con gesti e parole, mostro a te e a tutti i Tommaso della storia i segni gloriosi del mio amore; accoglilo e trasmettilo. «Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”»: ti vedo corpo umano, e ti riconosco Signore Dio di tutta la storia: il Dio che «nessuno ha mai visto», io lo vedo in te, Gesù di Nazaret, come mi hai detto: “Tommaso, chi vede me, vede il Padre”. Il germe divino sbocciato in me, disposto a morire con te, si sviluppa per grazia fino alla professione di fede più alta che a nessuno prima di me è stato dato di fare, e posso dire anch’io ora con gli altri: “Ho visto il Signore!”. – Gesù chiama tutti per nome, come: “Tommaso!”. – E noi personalmente come lui rispondiamo: “Mio Signore e mio Dio!”. “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!”. «Pur non avendo visto» me in questo mio corpo, «crederanno» in me vedendomi nel corpo della mia Chiesa che serve, e «vedranno la mia gloria», il segno della mia presenza, in chi lava i piedi ai fratelli. Quanti mettono la propria vita a servizio degli altri per amore «sono beati»: mi sperimentano presente nella loro esistenza. Questo ho provveduto che sia scritto perché crediate e abbiate vita in me. – «Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso».
Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore.

Accostati e tocca; mangia e bevi: Beati quelli che aderiscono e si accolgono come sono accolti da me.
T’invito a cogliere segni della mia presenza di Risorto, senza distinzioni fra persone nella vita quotidiana: con solidarietà, condivisione, attenzione ai fratelli, ai più piccoli; in ogni mia comunità, anche di due o tre, nel corso dei secoli. La parola che ascolti nella liturgia della messa è la mia storia scritta di Vivente in te: è la tua storia. Come Tommaso e Giovanni tu crederai per esperienza che io sono “il Cristo, il Figlio di Dio, e credendo hai la vita nel mio nome”.
Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore.

Accostati e tocca; mangia e bevi: Beati quelli che aderiscono e si accolgono come sono accolti da me.
T’invito a leggere e ascoltare la mia parola, nell’assemblea e in vista dell’assemblea. Ecco la via che ho provveduto, per consolidare e far crescere la fede, l’adesione a me, Risorto e presente. La mia parola ascoltata, meditata, pregata, vissuta disseta e nutre la tua fede: leggi, ascolta quel che è stato scritto, per rafforzarla; crescerà come una pianta; camminerai fra dubbi, fatiche, sorprese, novità, luci e ombre; perché io parlo e tutto è fatto «Molto buono!». Con le parole di Tommaso che confessa: «Mio Signore e mio Dio»; e con la vita di Giovanni che soffre relegato a Patmos a causa di Cristo e del Vangelo, tu apprezzi il Giorno del Signore = la Domenica, l’assemblea dei credenti sempre insieme; apprezzi quell’accoglienza dei discepoli verso Tommaso che dura un momento, e percepisci l’animo che ti accoglie per sempre: è lo specifico dell’ottavo giorno, è l’accoglienza che lega le membra del Corpo di Cristo. Stanno sempre insieme, trasformano i sette giorni della storia umana in una realtà che è l’ottavo giorno: la storia dell’accoglienza reciproca, la storia di Dio.
Accostati e tocca; mangia e bevi: Beati quelli che aderiscono e si accolgono come sono accolti da me.
T’invito ad accogliere la disponibilità che io suscito in te, disponibilità a fidarti di me, a stabilire un rapporto profondo con me. Ti darò il gusto di vivere, la capacità di vedere come vivo in tutti, agisco in tutti, e costruisco il regno di Dio attraverso la vita di ciascuno nel mondo. Con la mia parola vedi la tua storia e come Tommaso confessi: “Mio Signore e mio Dio!”.
Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore.

PREGHIERA EUCARISTICA
La risposta di lode e di supplica riassunta nel Vers. Resp.: Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore,
si sviluppa in preghiera eucaristica fatta di:

ringraziamento: prefazio. Grazie, Padre, per il tuo Figlio:
in lui ci hai rigenerati a una speranza viva;

attualizzazione: consacrazione. Ora, Padre, manda lo Spirito:
Gesù in mezzo a noi ci comunica il tuo Spirito;

offerta: nostra in Cristo al Padre. In noi, Padre, si offre a te Gesù:
egli accresce in noi la fede come negli apostoli;

intercessione: per tutti vivi defunti. Tutti, Padre, accogli in Cristo:
chiamati alla fede, rigenerati nel battesimo;

lode finale: esplosione dei sentimenti. A te, Padre, ogni onore e gloria.
dall’umanità amata e guidata alla felicità eterna.

CONTEMPLAZIONE
Nella chiesa il Padre convoca i credenti in Cristo, in cinque tappe (v. LG 2); contempliamo oggi nei suoi cinque momenti, per es., Meraviglia di Comunione:

prefigurata, sin dall’inizio, nella Creazione: meraviglia di comunione, in persone mosse dallo stesso ideale;
figurata, nella storia d’Israele, antica alleanza meraviglia di comunione, in genti costituite da Dio in un solo popolo;
compiuta, in Cristo Gesù, negli ultimi tempi: meraviglia di comunione, in Figlio e Padre nella missione salvifica del mondo;
manifesta, nella chiesa, per lo Spirito effuso: meraviglia di comunione, in mandati da Gesù come suo corpo nel mondo;
completa, alla fine, nella gloria della Trinità. meraviglia di comunione, in tutti gli uomini rigenerati a vita nuova.

Preghiamo: Padre, che in Cristo tuo Figlio dichiari beati quelli che pur non avendo visto crederanno; fa’ che il tuo popolo contempli le meraviglie del tuo amore. Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen.

Condividiamo la nostra preghiera (neretto) nello schema della preghiera ecclesiale (colori).