25-02-2004-Quaresima-Ceneri

25/02/2004 – QUARESIMA – CENERI – 2004

MERCOLEDÌ DELLE CENERI
5 Marzo 2003
Gesù- Vita.

RACCOGLIMENTO
Nel nome del Padre e del Figlio
e dello Spirito santo. Amen.

Ascolta, Israele: io sono il Signore Dio tuo…! Ascolta, Chiesa che sei in..; ascolta N [tuo nome]
Eccomi, Signore: aiutaci tutti ad ascoltarti (Dt. 6,4; Lc 8,21; Is 6,8; Ebr 10,1s; Rm 12,1s).

LETTURA
Signore Gesù, nulla mi è più caro di te! Ascolto la tua parola nella messa del giorno (PCFP, 13); tu mi metti in bocca anche la risposta: fa’ che ascolto e risposta crescano con l’orante che ti cerca, o Dio (Gregorio, Cassiano, Benedetto). Vedi LETTURE

MEDITAZIONE o RILETTURA
Signore Gesù, tu mi parli di te stesso “Buona Notizia” nel vangelo, “compimento” delle promesse della prima lettura, “fondamento” della chiesa nella seconda lettura: rileggo vangelo, I e II lett. alla luce della chiave il versetto al vangelo.
Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore.

Signore Gesù, tu ti rendi presente! Con lo Spirito e la Sposa grido: “Vieni, Signore Gesù!”. E tu rispondi: “Sì, ecco: io vengo” (Apc. 22,17s); così nel dialogo, alla comunione, mi dici chi sei e cosa fai oggi in noi (Antifona alla Comunione):
Prega il Padre tuo nel segreto ed egli ti ricompenserà.

Prega il Padre tuo nel segreto: il suo dono diventa ricompensa in te che lo accogli.
Il dono del Padre diventa merito tuo per il fatto che lo accogli: è segreto d’intimità. Segreto d’intimità è la vita del Padre in te per gli altri mediante “elemosina”, “preghiera”, “digiuno”. Il vangelo di oggi presenta queste pratiche, che nel discorso della montagna acquistano un significato tutto nuovo, come il vino nuovo e il vestito nuovo incompatibili con il vecchio. Un filo rosso li attraversa e li accomuna: il «segreto del cuore» e «l’intimità con il Padre». Il segreto del cuore si oppone alla religione che ostenta riti e pratiche religiose senza cambiamenti nel comportamento esistenziale verso gli altri: autentica ipocrisia! L’intimità con il Padre che ti “vede” (preghiera), aumenta in te il dono creativo del suo amore (elemosina), ti rende capace di agire come lui: vivere non per te stesso ma per gli altri (digiuno). Così egli ci fa ritornare a sé in questa celebrazione eucaristica che rispecchia la novità di vita in atto nella chiesa (prima lettura). Una comunità ambasciatrice di riconciliazione: i suoi membri si sono lasciati riconciliare con Dio e quindi fra di loro, come due sposi innamorati, dopo uno screzio, un tradimento, un’infedeltà, perché la scelta di aderire all’amore di Dio in loro supera tutto. E sono diventati segno di vita nuova per tutti. Paolo rappresenta il cristiano esperto di segni, tempi e vie utili per questa riconciliazione, questo legame di intimità tra le persone (seconda lettura). Venendo in noi Gesù dice: Oggi mi rendo presente in atto di realizzare la riconciliazione tra voi in me unito al Padre, nel simbolo della casa, della cella, della camera. – “Crea in me, o Dio, un cuore nuovo, rinnova in me uno spirito saldo”.
L’intimità con il Padre è un cammino di crescita nella bontà guidato da Gesù fino al Padre. «Suonate la tromba», dice il profeta Gioele: inizia un nuovo tempo liturgico, la quaresima in vista della pasqua. Il senso di questo tempo ci viene dalle letture. Ma non fuori della messa, bensì nella celebrazione eucaristica, perché in questa celebrazione Gesù ci dice cosa sta operando in noi mentre intendiamo aderire a lui. L’adesione del cuore permette a Dio di operare in noi: il Padre chiede a noi solo la nostra disponibilità, poi lui sa come condurci sulla santa montagna della sua beatitudine nella bontà (elemosina). Il Padre ti chiama alla sua intimità con me, Figlio suo; accogli il dono del rapporto intimo e personale con Lui: è il suo compiacimento, è la tua gioia di vivere, è il movente interiore che ti fa creativo/a. La tua giustizia o vita giusta, cioè conforme al piano del Padre, cresce nell’assomigliargli. In pratica, tutto si realizza nel lasciarci formare un cuore che si prende carico di quanti ci stanno attorno (elemosina), e così il condono di Dio nei tuoi riguardi diventa operativo mentre tu perdoni agli altri. – “Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato”, mentre io lavo e mondo gli altri.
Questo è il cammino che io compio in te mediante Gesù mio Figlio. Ci viene presentato il cammino quaresimale che il Padre opera in quanti aderiscono al Figlio suo Gesù che ci ha mandato. È riassunto in tre parole: opere buone, conversione, riconciliazione. Parole che vanno a braccetto, si tengono insieme fra loro; sono coerenti: si tratta di fare opere buone che noi non possiamo compiere; di ritornare quindi a Dio che le compie in noi. Si tratta di lasciarci riconciliare con lui, e fare comunione con lui, per poter crescere fino alla sua somiglianza: è lui stesso che lo vuole, e mette un ponte levatoio che è Gesù in questa eucaristia, perché noi possiamo realizzare tutto questo. Noi ora daremo segni di adesione a questa sua volontà nei nostri riguardi.
Tu dài segni della presenza del Padre sempre con te, e ricevi la capacità d’intuire sempre più cosa significa “essere visto” da lui: lui ti vede con sguardo d’inteso amore che perfeziona in te la sua opera di Creatore (Dio vide che era cosa molto buona, sin dall’inizio nella creazione, vedi genesi 1; ora vede te e ti ama); esperimenti che «visto» con tale amore da lui, non hai bisogno di gloria dagli altri; senti invece la necessità di condividere intimamente l’amore di Dio verso tutti; invii prontamente a lui ogni eventuale lode o apprezzamento che ti viene; come a lui ti rimetti se in cambio di amore ricevi oltraggio. Questo «ricevere e ricambiare amore» nella gioia è pregare: è un dialogo, un colloquio, un movimento discendente e ascendente, da Dio a te e da te a Dio e agli altri in lui, facendo loro del bene, astenendoti talvolta dai tuoi gusti, come lui ti suggerisce. – «Tu ami tutte le tue creature» tramite noi, Signore, «e nulla disprezzi di ciò che hai creato».

Io suscito in te il desiderio di un amore più grande. S. Benedetto, nel capitolo 49 della regola, che all’inizio di quaresima i monaci leggono in comunità, invita al compimento di opere buone durante la quaresima, come segno di tutto l’anno. E nomina in primo luogo la preghiera. Invita a non cercare gratificazioni; e tutto questo come segno di amore maggiore, di apertura all’amore di Dio. La chiave di tutto questo sta all’ingresso di questa celebrazione; ed è ingresso non solo a questa messa, ma alla quaresima e a tutto il tempo pasquale. Dice così l’ingresso: “Tu ami tutte le tue creature, Signore”. È l’amore di Dio Padre che invita noi, figli prodighi, a camminare con lui. Sarebbe difficile, anzi impossibile un cammino di realizzazione umana, cristiana, monastica, se non avessimo un Padre che ci ama, ci attende nella sua dimora, ci accoglie: c’invita al rapporto che lui stesso inizia con noi; si ha così la preghiera.
È il Padre che ti dona la sua bontà, la sua compassione, e tu la esprimi con un segno esterno di bene ai vicini, senza pensare a compensi; sta qui il dono che Gesù fa di se stesso nella vita della sua comunità; è la vera preghiera che culmina nella s. messa, fonte a sua volta della vita. Tuo salario è la gioiosa comunione con Lui, come quella di Paolo che dice: «Non posso non evangelizzare»; Devo comunicare l’amore del Signore Gesù «che mi ama e dona se stesso per me»: è il mio vivere, la mia ricompensa. «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me»: E’ la giustizia più grande di quella degli scribi e farisei, commedianti ed empi mentre fingono pietà religiosa. – Tu ci mostri, Signore, la tua misericordia.

Io completo in te l’opera mia di preghiera, elemosina, digiuno. La prima parola sta nel vangelo: «Le opere buone». Sono elencate le famose tre opere: preghiera, elemosina, digiuno. Tutte e tre in rapporto ad altri: al Padre e agli uomini. Ed è anche detto con quale stile: «In segreto», dove il Padre ci vede. In questo Vangelo si evidenzia il Padre, che vede in pubblico e in segreto. Ma viene sottolineato in particolare “in segreto”. Siamo invitati a «opere» non tanto clamorose, ma semplici che nessuno vede, di nascosto, «nella stanza del tuo cuore», sapendo che anche là il Padre ci vede. Sono opere che vengono da lui e ci portano a lui.
In ogni cosa ti trovi ad agire astenendoti talvolta dai tuoi gusti, come lui ti suggerisce, per favorire gli altri; ti eserciti al dominio della volontà perché sia docile e disponibile all’amore di Dio che in te vuole continuare a prendersi cura degli uomini, facendo loro del bene come lui ne fa a te. Scopri che ogni persona vicina a te è un dono, un tesoro, una fonte di gioia e di pace: è Dio stesso che si fa vicino a te in quella persona, in ogni persona. Questo è il digiuno cristiano: non un vivere per te stesso, ma un servizio, una comunicazione di amore di Dio. Non tristezza ma gioia e pace. – “Rendimi la gioia di essere salvato”.

Rinnovaci, Signore, con il tuo perdono.

Prega il Padre tuo nel segreto: il suo dono diventa ricompensa in te che lo accogli.
Io ti rendo simile a me. La seconda parola è «conversione». Sta all’inizio della prima lettura. Suona così: “Ritornate a me con tutto il cuore”. «Ritornate a me», non all’inizio; cioè alla mia persona, non al mio abbozzo iniziale su di voi. «Ritornate a me», quindi, sta per: Non agite da soli nella realizzazione della vostra persona, perché solo il Signore vostro Dio può compiere il suo progetto su di voi. –
Conversione, quindi, vuol dire: lasciarsi prendere per mano da Dio, che è nostro Padre, nel nostro cammino di creature fatte da lui, guidate da lui, nel divenire simili a lui. «Ritornare» a Dio vuol dire che c’era una lontananza. «Ritornate a me» è preso dai santi, per esempio s. Benedetto, come compito di ogni esistenza cristiana, monastica o semplicemente umana, riassunto nel detto: “Ut ad eum redeas”, «che tu ritorni a lui», a Dio, e “con tutto il cuore”. In quaresima si prende coscienza della «vita di sempre»: muoversi sempre nel nostro cammino insieme al Padre. Egli è sempre misericordioso verso tutti; ti dà fame di lui, capacità di cogliere i suoi segni; e tu ritorni a lui, con vero amore e supplica piena di speranza, che lo rende amorevolmente geloso della sua terra, compassionevole verso la sua eredità desiderosa di testimoniare tanto amore verso di lei. – “Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclama la tua lode”.

Rinnovaci, Signore, con il tuo perdono.

Prega il Padre tuo nel segreto: il suo dono diventa ricompensa in te che lo accogli.
Ecco il momento favorevole: Io ti riconcilio con me, con te stesso e con tutto il creato. La terza parola è riconciliazione, con Dio. Questa riconciliazione è comunione. E’ espressa con una preghiera da parte nostra: “Perdona, Signore, al tuo popolo”. Il perdono riguarda sempre il fatto che non abbiamo avuto verso gli altri l’amore che Dio riversa su di noi (vedi prima lettura e salmo responsoriale 50). Da qui il ritornello: “Perdonaci, Signore, abbiamo peccato”. Tempo di quaresima, tempo di consapevolezza dei nostri peccati di non amore verso gli altri come Dio invece ha verso di noi; e domandiamo perdono: “Perdonaci, Signore”. La preghiera è di vari tipi; quello che dovrebbe prevalere in Dio stesso per primo si mostra desideroso di riconciliarsi con noi, e dice: “Lasciatevi riconciliare con Dio”; l’iniziativa è sua: non precediamo mai la grazia di Dio; è iniziativa gratuita e amorosa di Dio che suscita in noi disponibilità e corrispondenza. Non siamo noi che diamo la scalata a Dio, ma è lui che è scende incontro a noi.
Ora è in atto la riconciliazione; la vuole il Padre, Gesù la realizza in me, con la potenza dell’Amore. Figlio di Dio senza peccato, Gesù fa suo il peccato del mondo, così tu hai la santità di Gesù che dice: È in te la donazione di me stesso al Padre e con tutti. – “Sostieni in me, o Dio, un animo generoso”.

Rinnovaci, Signore, con il tuo perdono.

PREGHIERA EUCARISTICA
La risposta di lode e di supplica del Vers. Resp., Rinnovaci, Signore, con il tuo perdono,.
si sviluppa in preghiera eucaristica fatta di:

ringraziamento: prefazio Grazie, Padre, per il tuo Figlio:
Innocente, diviene peccato, maledizione, perché noi diventiamo giustizia di Dio;

attualizzazione: consacrazione Ora, Padre, manda lo Spirito:
con Gesù fra noi affrontiamo e vinciamo il combattimento contro il male;

offerta: nostra in Cristo al Padre In noi, Padre, si offre a te Gesù:
che opera con amore e costanza, supera vizi e peccati, ci fa partecipi della sua Pasqua;

intercessione: per tutti vivi defunti Tutti, Padre, accogli in Cristo:
purificati nella nostra vita, nutriti del corpo e sangue di Cristo, contempliamo il tuo volto;

lode finale: esplosione dei sentimenti A te, Padre, ogni onore e gloria:
dall’umanità ricreata per l’opera del tuo Spirito di riconciliazione.

CONTEMPLAZIONE
Nella chiesa il Padre convoca i credenti in Cristo, in cinque tappe (v. LG 2); contempliamo oggi nei suoi cinque momenti, per es., La ricompensa:

prefigurata, sin dall’inizio, nella Creazione: la ricompensa, come salario del lavoro umano;
figurata, nella storia d’Israele, antica alleanza: la ricompensa, è Dio che si dona all’uomo;
compiuta, in Cristo Gesù, negli ultimi tempi: la ricompensa, è Cristo, puro dono del Padre;
manifesta, nella chiesa, per lo Spirito effuso: la ricompensa, è Gesù che ci prende su di sé;
completa, alla fine, nella gloria della Trinità. la ricompensa, è il Padre nel segreto della stanza.

Preghiamo:
O Padre, che ci inviti a non indurire il nostro cuore, ma ascoltare la voce del Signore; perdona il nostro peccato. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Condividiamo la nostra preghiera (neretto) nello schema della preghiera ecclesiale (colori).