26-11-2006-Ordinario-B-dom34CristoRe

26/11/2006 – T. ORDINARIO – ANNo B – 34 domCristoRe-2006

Preparazione alla celebrazione della messa.

GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
24ª Domenica – Anno B – 23 Novembre 2006

RACCOGLIMENTO
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo. Amen.
Ascolta, Israele: io sono il Signore Dio tuo…!
Ascolta, Chiesa che sei in..; ascolta N [tuo nome].
Eccomi, Signore: aiutaci tutti ad ascoltarti
(Dt. 6,4; Lc 8,21; Is 6,8; Ebr 10,1s; Rm 12,1s).

LETTURA
Padre, nulla ci sia più caro del tuo Figlio Gesù!
Donaci di ascoltare la sua parola nell’assemblea dei fedeli (cfr PCFP, 13); tu ci metti in bocca anche la risposta: fa’ che ascolto e risposta crescano con l’orante che ti cerca, o Dio (Gregorio, Cassiano, Benedetto).

TESTI e MEDITAZIONE.

TESTI

Antifona d’Ingresso Ap 5,12; 1,6
L’Agnello immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza e sapienza e forza e onore: a lui gloria e potenza nei secoli, in eterno.

Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che hai voluto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo, fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato, ti serva e ti lodi senza fine. Per il nostro Signore…

Anno B:
O Dio, fonte di ogni paternità, che hai mandato il tuo Figlio per farci partecipi del suo sacerdozio regale, illumina il nostro spirito, perché comprendiamo che servire è regnare, e con la vita donare ai fratelli confessiamo la nostra fedeltà al Cristo, primogenito dei morti e dominatore di tutti i potenti della terra. Egli è Dio.. .

Prima Lettura Dn 7, 13-14
Il suo potere è un potere eterno.

DAL LIBRO DEL PROFETA DANIELE
Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 92
VENGA, SIGNORE, IL TUO REGNO DI LUCE.
Il Signore regna, si ammanta di splendore; / il Signore si riveste, si cinge di forza. R/
Rende saldo il mondo, non sarà mai scosso. / Saldo è il tuo trono fin dal principio,
da sempre tu sei. R/
Degni di fede sono i tuoi insegnamenti, / la santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore. R/

Seconda Lettura Ap 1, 5-8
Il principe dei re della terra ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio.

DAL LIBRO DELL’APOCALISSE DI SAN GIOVANNI APOSTOLO
Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà; anche quelli che lo trafissero e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto.
Sì, Amen! Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!

Canto al Vangelo Cf Mc 11,9b-10a
ALLELUIA, ALLELUIA.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il suo Regno che viene.
ALLELUIA .

Vangelo Gv 18, 33b-37
Tu lo dici: io sono re.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI
In quel tempo, disse Pilato a Gesù: «Tu sei il re dei Giudei?».
Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l’hanno detto sul mio conto?». Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?».
Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Sulle Offerte
Accetta, o Padre, questo sacrificio di riconciliazione, e per i meriti del Cristo tuo Figlio concedi a tutti i popoli il dono dell’unità e della pace. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Prefazio
E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Tu con olio di esultanza hai consacrato Sacerdote eterno e Re dell’universo il tuo unico Figlio,
Gesù Cristo nostro Signore.
Egli, sacrificando se stesso immacolata vittima di pace sull’altare della Croce, operò il mistero dell’umana redenzione;
assoggettate al suo potere tutte le creature, offrì alla tua maestà infinita il regno eterno e universale: regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace.
E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli, ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti, cantiamo con voce incessante l’inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo il Signore .. .

Comunione Sal 28,10-11
Re in eterno siede il Signore: benedirà il suo popolo nella pace.

Anno B; Gv 18,37
«Io sono re e sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità».

Dopo la Comunione
O Dio, nostro Padre, che ci hai nutriti con il pane della vita immortale, fa’ che obbediamo con gioia a Cristo, Re dell’universo, per vivere senza fine con lui nel suo regno glorioso. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

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MEDITAZIONE o RILETTURA
Padre, fa’ che accogliamo il tuo Figlio Gesù!
La sua Parola alla Comunione (Ant. Com.), con il dono di se stesso, attua in noi nel massimo modo il messaggio dei testi biblici (cf. Tempo Ordinario – Anno B – 24ª Domenica – Cristo Re – 23/11/2006); messaggio che ispira e attua i vari momenti della Celebrazione e della vita (Cf. Criteri di Meditazione – 15/08/2005).
Messaggio della Parola:

IO SONO RE. RENDO TESTIMONIANZA ALLA VERITÀ: ALL’AMORE.
Messaggio che ispira e attua ora la Celebrazione, centro della Vita.

1°. RITI D’INTRODUZIONE.
Dalla vita alla festa della vita: formiamo una comunità, prendiamo coscienza di essere riuniti e preparati da Gesù ad ascoltare la Parola e a celebrare l’Eucaristia.
Nell’antifona d’ingresso si proclama Cristo Re sotto forma di «Agnello immolato», quindi ucciso, fallito; e poi si riconosce che lui solo «è degno di ricevere potenza e ricchezza e sapienza e forza e onore». Tutti titoli a senso pieno, cioè «senza fine, nei secoli in eterno».
Sono tante le vicende umane che causano sofferenza, disgusto, talvolta anche dubbio nel compimento delle promesse del Signore. Oggi il Cristo Re ci assicura che Dio è fedele, nella sua capacità di superare ogni male, anche la morte. Celebriamo Cristo Re che ci rinnova la fiducia in Dio, più forte del male e della morte, che fa partecipi della sua vittoria quanti confidano in lui. Lui vince servendo, noi con lui servendo, regniamo.

2°. LITURGIA DELLA PAROLA.
Dio parla a noi in Cristo. Lo Spirito ci dispone ad ascoltare la sua Parola. Gesù parla e conclude: Oggi si attua la Parola che udite. – Richiamiamo la Parola, aderiamo quindi all’azione dello Spirito Santo.

Richiamiamo la Parola, cioè persona, messaggio e attività di Gesù.
Alla fine dell’anno liturgico celebriamo la festa di Cristo Re, unico protagonista, unico Salvatore, unico Signore, l’unico che agisce attraverso la mediazione della chiesa, attraverso il ministero degli uomini. In tutti gli aspetti della liturgia durante tutto l’anno Gesù è il Re protagonista. Si presenta nel vangelo in un’apparente impressionante contraddizione che si estende in tutta la messa, dall’ingresso alla comunione. «Il vangelo riporta una parte dell’interrogatorio di Pilato nei confronti di Gesù, accusato dai sommi sacerdoti di usurpare il titolo di Re dei Giudei. Alle domande di Pilato Gesù risponde di essere, sì, Re; ma non di questo mondo. Gesù non è venuto a dominare su popoli e territori ma a liberare gli uomini da schiavitù del peccato e riconciliarli con Dio. Dice: “Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. La verità che Gesù è venuto a testimoniare è l’amore. Gesù ha dato piena testimonianza di amore verso gli uomini con il sacrificio della sua stessa vita sul calvario. La croce è il trono regale di Gesù. Sulla croce Gesù ha manifestato la sublime regalità di Dio Amore. Sulla croce Gesù ha vinto il dominio del principe di questo mondo, cioè del non amore, e ha instaurato definitivamente il regno di Dio. Regno che si manifesterà in pienezza alla fine dei tempi, quando tutti i nemici, per ultimo la morte, saranno stati sottomessi. Allora Gesù consegnerà il regno al Padre, e Dio sarà tutto in tutti. La via per giungere a questa meta è lunga e non ammette scorciatoie. Occorre infatti che ogni persona accolga liberamente l’amore di Dio. Egli è amore e libertà. Amore e libertà che non s’impongono, ma bussano alla porta, e portano pace e gioia in chi l’accoglie con piena disponibilità. Così Dio regna, apportando salvezza, un mistero che si rivela gradualmente nella storia, man mano che ci lasciamo associare anche noi alla regalità di Cristo, sull’esempio di Maria».

Richiamiamo la Profezia, portata a compimento in Gesù.
Mentre il testo evangelico presenta Gesù, incatenato, imputato, condannato, lui il Signore, il Creatore, l’Onnipotente, davanti a una sua creatura, Ponzio Pilato, seduto sul trono, in atto di giudicarlo e decidere su di lui, la prima lettura presenta un Figlio d’uomo che sale e riceve «ogni potere eterno in cielo e in terra». Nell’umiltà del suo amore Gesù realizza l’immagine del Figlio dell’uomo descritto da Daniele. La misteriosa figura descritta da Daniele giunge fino al Vegliardo, all’«antico dei giorni», cioè alla presenza di Dio, e da Dio riceve ogni potere. Gesù sale al Padre e dal Padre riceve il potere regale, definitivo. Gesù poi ne fa dono a tutti gli uomini. In Gesù poi si compie la glorificazione dell’intera collettività dei giusti.

Richiamiamo la Realtà, che ora Gesù attua in noi come in se stesso.
In se stesso: Gesù è l’unico Re che continua a tenere saldamente in mano la storia, l’unico che non viene meno al compito di rappresentante di Javè sulla terra. Nessun altro poteva esserlo, perché solo Gesù è vero Dio e vero uomo. Come tale Gesù sa di rendere presente la verità, cioè l’Amore del Re Javè, con la Signoria del mondo interiore, dove Dio crea l’uomo nuovo dentro di noi. Gesù ha detto: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’ uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo” (Gv 8,28); “Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32). L’assemblea lo riconosce e gli rende più che omaggio con la sua professione di fede: “Il Signore regna, si ammanta di splendore; il Signore si riveste, si cinge di forza. Rende saldo il mondo, non sarà mai scosso. Saldo è il tuo trono fin dal principio, da sempre tu sei”. Gesù ci attira facendoci sentire permeati delle sue proposte e della sua mentalità. Allora abbiamo dentro di noi Gesù stesso, re nel momento in cui realizza la missione precisa di compiere la salvaguardia, il progresso, la maturazione, la salvezza di ciascuna persona del popolo di Dio. Gesù è re dal momento che è venuto a portare, a svelare e a far toccare con mano la verità dell’amore di Dio sulla croce. Gesù compie tutto questo rivelando il Padre con la sua salita sul calvario, con la sua passione e morte in croce. Gesù regna salvando gli uomini con la sua morte. Ed essendo Dio oltre che uomo, Gesù non solo svela, ma realizza in se se stesso, fa toccare con mano ciò che compie. Ed è già di fronte a Pilato.
In noi: Ora Gesù attua tutto questo anche in noi sua casa perché lo accogliamo e lo celebriamo: “Degni di fede sono i tuoi insegnamenti, la santità si addice alla tua casa per la durata dei giorni, Signore”. E per bocca di questa assemblea celebrante Gesù parla a nome di tutta l’umanità. Da ogni parte della terra miliardi di uomini, sebbene di religioni diverse, guardano al cielo ed esprimono la loro speranza in un regno di luce e di vita, oltre il tempo e lo spazio. Questo avviene secondo la parola di Gesù che conclude: “Chi è da Dio ascolta la mia voce”: mi accoglie.

Richiamiamo l’Apostolo, che descrive il discepolo di Gesù.
Anche la seconda lettura presenta la regalità di Gesù come regalità del Figlio dell’uomo che «viene sulle bubi», Primogenito della nuova creazione, inizio e compimento di tutto il mistero della salvezza. Gesù riassume tutta la storia dell’umanità. Principe dei re della terra, fa di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre. Fedele testimone dell’amore del Padre per noi, ci assicura di essere infinitamente amati da lui: solo Gesù è uscito dal seno del Padre e ce lo può testimoniare (cfr Gv1,18). «Trafitto» da incredulità e violenza, Gesù si rivela condono di Dio a causa del suo sangue versato per tutti gli uomini, compresi i crocifissori (“Padre, perdona loro”); si rivela vita per noi a causa della sua risurrezione; e per il dono del sacerdozio che Gesù ha fatto al suo popolo, noi possiamo riconoscere il Padre e adorarlo come unico nostro Dio: lo ringraziamo per averci ammessi alla sua presenza a compiere in Cristo il suo servizio sacerdotale.

3°. RITI DI PRESENTAZIONE DEI DONI.
Nelle parti liturgiche (Parola e Eucaristia) l’assemblea è ferma, in ascolto, seduta o in piedi; nei Tre Riti – d’introduzione, presentazione dei doni, comunione – si muove. Ora, per esempio, ci muoviamo e offriamo doni per la presenza di Cristo e per le necessità degli altri.
Ti chiediamo, o Padre, di accettare i doni che ti presentiamo in segno della nostra disponibilità a lasciarci riconciliare con te e fra noi. Per i meriti del Cristo tuo Figlio concedi a tutti i popoli il dono dell’unità e della pace.

4°. LITURGIA EUCARISTICA.
Aderendo all’agire dello Spirito, per mezzo di Cristo, ringraziamento, pane, offerta, intercessione, lode:

«Ringraziamo» e benediciamo il Padre in Cristo Gesù.
Padre, ti rendiamo grazie: tu hai consacrato Cristo Gesù sacerdote eterno e universale, unico mediatore fra Dio e l’umanità. Per questo l’uomo non ha nulla da temere di fronte alle vicende di questo mondo e neppure di fronte alla morte. È con questa fiducia che noi innalziamo a te il nostro inno di lode. Grazie, Padre, per il tuo Figlio: Re della Pace venuto nel mondo a testimoniare il tuo Amore infinito per noi – la tua Verità. Egli si è abbassato fino a non tenere in considerazione il suo «Essere Dio». A lui la gloria e la potenza nei secoli. Benedetto Colui che viene nel nome del Signore.
Con la passione e la croce hai fatto entrare nella gloria della risurrezione il Cristo tuo Figlio, Primogenito dei morti, e lo hai chiamato alla tua destra, Re immortale dei secoli e Signore dell’universo in lui rinnovato; Padre, da sempre e per sempre tu sei: venga il tuo regno.
Benedetto tu sei, o Padre, per Gesù Cristo tuo Figlio, Re della gloria, potente Intercessore da mandarci una Forza Potente, il tuo Spirito Santo a perfezionare la sua opera nel mondo e compiere ogni santificazione: venga, Signore, il tuo regno di luce.

Siamo trasformati in Cristo, che, preso il «pane» e rese grazie, si dona vero cibo e bevanda di salvezza.
Ora, Padre, manda lo Spirito a perfezionare l’opera di Gesù nel mondo e compiere ogni santificazione. Venendo in aiuto alla nostra debolezza, Egli intercede per noi con gemiti inesprimibili, perché sappiamo riconoscere Gesù Cristo tuo Figlio vero Re, realmente presente in mezzo a noi.
Nella sua passione, Egli ha dichiarato davanti a Pilato: “Io sono re, per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. Noi decidiamo di accoglierlo e aderire a lui.

Diveniamo luogo riservato a Gesù che in noi continua a «donare» se stesso.
In noi, Padre, si offre a te Gesù. Facendo ora memoria del tuo Unico Figlio, Re dell’Universo, partecipi del suo sacerdozio regale, noi ti offriamo, Padre, la sua “Bella Testimonianza” davanti a Ponzio Pilato; Testimonianza di Amore regale che Egli ha sigillato con il proprio sangue.
Illumina, o Padre, il nostro spirito, perché comprendiamo che servire Te è regnare, e con la vita donata ai fratelli confessiamo la nostra fedeltà a Cristo, Primogenito dei morti e Dominatore di tutti i potenti della terra.

Intercediamo per tutti in Cristo che «intercede» per noi e ci fa intercessori con lui per gli altri.
Tutti, Padre: vivi, defunti, celebranti, accogli in Cristo. Concedi a tutti i fedeli il dono dell’unità e della pace, privilegio del Re glorioso sul trono della croce da dove giudica e non è giudicato.
Dona la Libertà dai domini oppressivi di questo mondo; dona la Luce agli animatori del tuo popolo regale e la Comunione con tutti i fedeli defunti nella gioia del tuo regno, per lodarti senza fine;.

«Glorifichiamo» perfettamente il Padre per Cristo, con Cristo, in Cristo nello Spirito Santo che ci fa santi.
A te, Padre, ogni onore e gloria, dall’umanità. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, Re dell’Universo, a Te Dio Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

5°. RITI DI COMUNIONE.
Preso il pane e rese grazie, Gesù spezza il pane e lo dà ai suoi discepoli perché lo distribuiscano.
In Cristo siamo un solo corpo, un pane di vita per tutti: viviamo per lui che è morto e risorto per noi.

«Venga il tuo regno». Ma il tuo regno, o Dio, è il regno anche dei figli. Pregare perché si realizzi la tua volontà, o Dio, significa pregare perché si compia la nostra salvezza. È con questa certezza che noi preghiamo.
Illuminati dalla parola che non passa, proclamiamo la nostra fede e la nostra preghiera in Cristo, o Padre, perché «venga il tuo regno» per tutti come in Cristo, «regno eterno e universale: regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace».
E alla comunione proclamiamo ancora l’Agnello di Dio, immolato, ma non fallito, bensì Salvatore: Colui «che toglie i peccati del mondo». E viene presentato un pezzetto di pane. E di fronte a queste poche briciole di pane si compiono i gesti che gli uomini sono soliti a fare davanti ai grandi, ai potenti sovrani della terra: inginocchiarsi, incensare, accendere candele, offrire tutti gli onori possibili; comportamento dei cristiani, che hanno colto il vero senso profondo di Gesù Cristo Re dell’universo.
“Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, dì soltanto una parola e io sarò salvato”. Rendiamo grazie a Dio, per la forza dell’Eucaristia che aumenta la nostra comunione con tutti nel Padre e nel Signore Gesù. Usciamo da questa assemblea con piena disponibilità verso tutti, nell’amore di Cristo Re.

CONTEMPLAZIONE

Nella chiesa il Padre convoca i credenti in Cristo, in cinque tappe (v. LG 2). Contempliamo oggi nei suoi cinque momenti, per esempio, Il Regno:

nella chiesa prefigurata, sin dall’inizio, nella Creazione:
il regno, degli uomini in convivenza pacifica;

figurata, nella storia d’Israele, antica alleanza
il regno, del figlio dell’uomo che sale fino al Vegliardo;

compiuta, in Cristo Gesù, negli ultimi tempi:
il regno, del Figlio glorioso Primogenito dei morti.

manifesta, nella chiesa, per lo Spirito effuso:
il regno, dei fedeli redenti con il suo sangue.

completa, alla fine, nella gloria della Trinità.
il regno, di luce con tutti i suoi santi nella gloria.

Preghiamo:
O Padre, che susciti in noi l’esclamazione: Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il suo Regno che viene; suscita in noi anche la risposta che salva: Venga, Signore, il tuo Regno di luce. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Condividiamo la nostra preghiera (neretto) nello schema della preghiera ecclesiale (colori).