06/01/2004 – EPIFANIA DEL SIGNORE – 2004
EPIFANIA DEL SIGNORE
6 gennaio 2004
RACCOGLIMENTO
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo. Amen.
Ascolta, Israele: io sono il Signore Dio tuo…! Ascolta, Chiesa che sei in..; ascolta N [tuo nome]
Eccomi, Signore: aiutaci tutti ad ascoltarti (Dt. 6,4; Lc 8,21; Is 6,8; Ebr 10,1s; Rm 12,1s).
LETTURA
Signore Gesù, nulla mi è più caro di te! Ascolto la tua parola nella messa del giorno (PCFP, 13); tu mi metti in bocca anche la risposta: fa’ che ascolto e risposta crescano con l’orante che ti cerca, o Dio (Gregorio, Cassiano, Benedetto). Vedi LETTURE
MEDITAZIONE o RILETTURA
Signore Gesù, tu mi parli di te stesso “Buona Notizia” nel vangelo, “compimento” delle promesse della prima lettura, “fondamento” della chiesa nella seconda lettura: rileggo vangelo, I e II lett. alla luce del versetto al vangelo:
Abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti per adorare il Signore.
Signore Gesù, tu ti rendi presente! Con lo Spirito e la Sposa io grido: “Vieni, Signore Gesù!”. E tu rispondi: “Sì, ecco: io vengo” (Apc. 22,17s); così nel dialogo, alla comunione, mi dici chi sei e cosa fai oggi in noi (Antifona alla Comunione):
Noi abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti con doni per adorare il Signore.
Vediamo la sua stella, veniamo ad adorarlo.
color=black>Gesù incontra i lontani. Egli viene per tutti i popoli (vangelo); raduna Israele dispero (prima lettura); tutti gli uomini sono chiamati a partecipare alla stessa eredità (seconda lettura). Venendo in noi Gesù dice: Oggi mi rendo presente in atto di guidarti alla casa del Padre; nel simbolo di una stella. – A te, Signore, si prostra tutta la terra.
Gesù viene per tutti i popoli, e chiama tutti a sé in qualche modo. “Gesù nacque a Betlemme di Giudea ai tempi del re Erode”. Erode era un idumeo, un arabo. Era una persona di grande intelligenza, di grande capacità militari e tattiche. Il padre era governatore dell’Idumea e riuscì a mandarlo in Giudea e Galilea per sedare delle rivolte contro la legittima casa regnante. Erode aveva appena quindici anni e si mise a capo dei militari e sbaragliò i rivoltosi e quindi si conquistò un posto di fiducia all’interno della famiglia reale. Attraverso matrimoni, intrighi e attraverso l’eliminazione fisica di tutti i concorrenti si incoronò re dei giudei, ma è un re illegittimo perché non ha sangue ebreo. Quest’uomo, lo sappiamo dalla storia, è vissuto sempre nel sospetto che qualcuno gli soffiasse il trono: ha ammazzato la moglie, ha ammazzato i suoi figli, ha eliminato tutti quelli che pensava gli potessero in qualche modo fare “ombra”. Quindi, qui l’evangelista dicendo Re Erode ricorda che c’è un individuo che non ha alcun diritto di governare sopra i giudei.
Dio si serve dei lontani per chiamare i vicini. “Ecco giunsero alcuni maghi dall’Oriente a Gerusalemme”. I primi personaggi che compaiono in questo Vangelo, oltre a Maria e Giuseppe, sono degli stranieri, dall’Oriente, individui che esercitano una delle professioni più scandalose di quell’epoca. E’ stato talmente scandaloso nel Vangelo la presenza di questi individui che i traduttori hanno cercato di attenuarne l’impatto cambiando il nome diventando i Magi, al plurale . Il termine greco adoperato dall’evangelista parla proprio di MAGHI. Con il termine maghi all’epoca di Gesù si indicavano le persone che si dedicavano all’astronomia, all’essere indovini, e comunque aveva un significato di essere ciarlatano, imbroglione. La loro attività era proibita, c’era la pena di morte per chi si intratteneva a parlare con queste persone. Era un esercizio orrendo, quello dei maghi, messo tra quello di rubare e quello di abortire.
Questi personaggi sono anonimi, non viene detto il numero (alcuni magi), e non hanno alcun titolo nobiliare. Arrivano questi stranieri dicendo: “Dov’è il re dei giudei?”, e chiedono di conoscere il nuovo re che è nato (abbiamo visto la stella sorgere e un re è nato). Non è una stella nel nostro senso, sono immagini figurate. Sono pagani che hanno percepito un segno di Dio, un segno che nell’antico testamento era riferito ad una profezia (una stella sorge in Giacobbe, uno scettro si leva in Israele). Arrivano da Erode e chiedono dove è nato il re dei Giudei perché vogliono rendergli omaggio.
“Udito questo, re Erode si spaventò”. È un versetto particolare: Che il re Erode si possa spaventare è più che plausibile, ne aveva tutto il diritto, era un usurpatore del trono quindi stava sempre attento che nessuno gli usurpasse a sua volta il trono. Pensate che 5 giorni prima di morire, malato grave, saputo che il figlio si vestiva già da re, lo ha fatto ammazzare. All’epoca c’era un proverbio che diceva: è meglio essere un porco che il figlio di Erode (porco e figlio in ebraico si assomigliano come vocaboli). Quindi si spaventò all’udire questo e con lui tutta Gerusalemme. Ma perchè tutta Gerusalemme si spaventa all’annuncio della nascita del re dei Giudei? Questo veramente ci deve costringere ad una riflessione. La città dove un tempo si credeva in Dio, la venuta del liberatore, del Messia, quando sente che è nato, anziché rallegrarsi e fare festa, si spaventa. Qui l’evangelista anticipa lo spavento che hanno preso i sommi sacerdoti e i detentori del potere religioso quando ascoltano l’insegnamento di Gesù e ne vedono gli effetti. L’evangelista ci fa comprendere che Gesù è il Dio con noi e che c’è in Dio con noi tutta quella struttura religiosa che crolla e che è rappresentata da Gerusalemme. E’ terrorizzata, perché la struttura religiosa riesce a fondare tutto il suo potere su un’immagine errata di Dio. Se il vero Dio si manifesta, il loro potere basato su un’immagine falsa, crolla.
Tra l’istituzione religiosa e Dio non c’è nessuna compatibilità. Quando Dio si manifesta, l’istituzione religiosa viene presa dal terrore, riesce a campare fino a che la gente è ignorante. Le persone rimangono nella regressione spirituale e le persone ambigue vengono portate come esempio per farle restare in un ambito di paura, così si possono controllare.
Quando le persone conoscono il volto del Dio liberatore amante degli uomini, del Dio che non solo non castiga, ma anche non perdona, perché mai si sente offeso per cui la cosa inutile è chiedere perdono a Dio. La religione prospera sulla richiesta di perdono a Dio, di grazie da ottenere da questo Dio e su questo ricerca anche la propria fortuna.
Gesù si propone, non s’impone. E’ la prima volta che compare Gerusalemme nel Vangelo, e sarà sempre presentata in una luce sinistra di morte, sembra che sopra Gerusalemme ci sia una cappa mortale. La stella dei magi non brillerà su Gerusalemme, e nel Vangelo di Matteo, Gesù, una volta risuscitato, non apparirà a Gerusalemme. Chi vuole fare esperienza di Gesù risuscitato deve uscire da Gerusalemme. Quello che per i pagani è stato un segno di gioia, è per i giudei una scena spaventosa. “Riunito tutto il Sinedrio, Erode si informava da loro dove doveva nascere il Messia”, liberatore del popolo da ogni segno del potere. Un Dio liberatore spaventa a morte quelli che presentano un Dio dominatore.
I dominatori sanno esattamente quello che c’è scritto, ma ne hanno paura. L’evangelista ci farà comprendere che la conoscenza della scrittura della Bibbia non è sufficiente per comprenderla. Bisogna mettere al primo posto nella propria esistenza il bene degli altri.
Non basta leggere la Bibbia per capirla. Gesù dice a Pilato una frase strana: “chiunque dice la verità è dalla mia parte”. L’evangelista unisce due passi dell’antico testamento: “.. e tu Betlemme terra di Giuda non sei davvero la minima tra le terre, da te uscirà un capo.” La prima parte è presa dalla profezia di Michea “ .. e tu Betlemme, da te uscirà colui che deve essere il dominatore di Israele” frase che a Matteo non piace. Gesù non è il dominatore, allora l’evangelista prende solo una parte di Michea e la unisce alla seconda lettera a Samuele dove è scritto che “.. tu pascerai Israele, il mio popolo e tu sarai capo in Israele” . Uscirà un capo che non dominerà, ma pascerà Israele.
Allora Erode chiama di nascosto i maghi e si fa dire il tempo in cui era apparsa la stella e li mandò a Betlemme e quando lo avrete trovato fatemi sapere perché venga a rendergli omaggio. Egli ha intenzioni omicide che si esprimono con “rendere omaggio”.
Essi dunque udito il re, partirono. I segni di Dio diventano invisibili quando si entra nella sfera religiosa (città di Gerusalemme). Soltanto quando escono da Gerusalemme tornare a vedere i segni di Dio, delle immagini che l’evangelista ci dà.
Gesù non teme i grandi della terra, e gradisce i doni simbolici che gli vengono offerti. Al vedere la stella si rallegrarono di grandissima gioia: mentre gli ebrei si spaventano, per quello che perderanno per la venuta del Messia, i pagani si rallegrano per quello che loro stanno per dare la Messia. Gli stranieri nei vangeli non vengono mai presentati in maniera negativa ma come portatori di ricchezza agli altri. Gli esclusi dalla religione sono quelli che provano un sentimento di pienezza.
Videro il bambino con Maria, si prostrarono e gli resero omaggio, offrendo i loro tesori (oro, incenso e mirra). Matteo mette come presentazione dei Magi i loro doni. Il verbo offrire non si adopera mai per i pagani, nell’A.T. Qui anche i pagani possono offrire a Dio l’oro (che è simbolo della regalità): riconoscono Gesù re dei pagani oltre che dei Giudei. Il regno non è più il regno di Israele esclusivo degli ebrei. Incomincia il regno di Dio e non più il regno di Israele.
Il secondo elemento che portano è l’incenso (riservato esclusivamente ai sacerdoti). Diventano anch’essi sacerdoti di Dio. Immagine importante del popolo che è sacerdote. Ripreso nel Concilio l’immagine del popolo sacerdotale. Con Gesù tutti diventano sacerdoti, non c’è più bisogno di loro per rivolgersi a Dio. Ogni individuo ha la piena e completa possibilità di comunione con Dio.
Terzo elemento: la mirra. Era nel cantico dei cantici il profumo della sposa. Una delle immagini create dal profeta Osea per indicare il rapporto tra Dio e il suo popolo era che Dio era lo sposo e il popolo la sposa. Offrendo la mirra, il profumo della sposa, anche i pagani diventano popolo/sposa di Dio. Chiunque si avvicina e accoglie il Signore fa parte del regno di Dio ed è chiamato ad una piena comunione con Dio come uno sposo con la sposa.
Poi avvertiti in sogno di non passare da Erode fecero ritorno, per un’altra strada, al loro paese. Questa frase si trova una sola volta nell’A.T. per indicare l’abbandono di un santuario (Bet in ebraico significa casa: el significa Dio) BET EL : la casa di Dio. Ci avevano messo dentro un vitello d’oro per adorare Dio. Era diventato un luogo funesto, idolatrico, per i sacerdoti e i profeti. Indica la città santa di Dio, Gerusalemme, come la città funesta, dove verrà assassinato Gesù. Dove non riuscirà Erode riusciranno i sommi sacerdoti.
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
Vediamo la sua stella, veniamo ad adorarlo. Gesù è la gloria del Signore su di noi. “La mia gloria su di te”, su ciascuno, nessuno escluso. Ci sono delle esclusioni che gli altri fanno su di te o che tu fai sugli altri: tu escludi piccoli e grandi, escludi anche te stesso; ma Dio non esclude nessuno: Io, dice il Signore, non ti escluderò mai. Ti ho fatto perché ti amo: la mia gloria su di te. I Magi erano esclusi dai giudei; Betlemme era esclusa da Israele: esclusa dall’essere il centro. Invece i Magi vengono dall’oriente, e Betlemme è il nuovo centro di tutte le nazioni, rappresentate dai Magi. Anche tu per me sei il centro: Per te e per la tua salvezza sono disceso dal cielo. Prendi coscienza di te stesso. La mia gloria su di te: la mia gloria, non qualche creatura; ma la gloria di Dio. “Gloria” è segno della presenza; Gloria di Dio è segno della presenza di Dio. Segno della mia presenza, dice il Padre; mia gloria su di te è il mio Figlio unigenito: sei immerso nel mio unico Figlio. A te è dato di vedere Dio, di essere Dio. Rivèstiti, àlzati: sii luminosa, tu sei rivestita dello splendore della veste che è Cristo, mediante il battesimo! La mia gloria su di te, più che sui re Magi, più che su Betlemme. Tutta una storia è preparata per te con una costellazione di segni, di stelle: i re Magi stessi, Erode, gli scribi e i farisei, le scritture, la stella di Giacobbe cioè tutta la storia d’Israele, la grotta, il bambino, la madre…, per incontrare il re della gloria, il tuo Signore su di te. Non temere! Nulla possono su di te le tenebre che ti avvolgono. Perché temi, Erode, e tu, tutta Gerusalemme, perché ti turbi? Colui che è venuto a portarti la sua gloria regale, non ti ruba le tue piccole glorie. Come Israele esce dall’Egitto carico di beni, e torna da Babilonia circondato di beni e persone, “proclamando le glorie del Signore”, io vengo ora a te con tutti i miei santi. – Cristo Signore, mio Re, mia Gloria, io ti adoro.
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
Vediamo la sua stella, veniamo ad adorarlo.Gesù è l’eredità di tutti i popoli. ”Tutti i popoli sono stati chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità”: i lontani Magi, gli israeliti esiliati, Saulo tanto lontano quanto osservante della legge. A lui in particolare Dio fa intuire per esperienza il suo mistero di sofferenza, morte e risurrezione; quindi gli affida di comunicare la sua “grazia” a beneficio di tutti. Paolo diventa il tipo del cristiano che conosce il mistero “Gesù” che vive in lui (Gal 2,20): mistero nascosto, racchiuso come un caro segreto nel silenzio di Dio. Nel tempo previsto, il silenzio si squarcia, e il piano segreto custodito nel cuore del Padre si rivela al mondo: ebrei osservanti e pagani ignari di leggi divine partecipano alla stessa salvezza gratuita offerta da Dio a tutti in Cristo Gesù, nostra pace; egli “ha fatto dei due un popolo solo” (Ef 2,4). Da oriente e da occidente, tutti partecipano alla stessa eredità, si sentono fratelli in Cristo Gesù da formare un solo corpo, ereditano il suo stesso destino di gloria. Già Noè era testimone del patto di Dio con tutta la creazione sigillato nell’arco baleno: “Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell’alleanza tra me e la terra (Gen 9,13). E ad Abramo Dio aveva detto: “In te saranno benedetti tutti i popoli” (Gen 12, 1ss). Ma solo la chiesa di Cristo vede quale stella sorge lassù e quale epifania irradia su tutto il mondo. – Gesù è la stella di Giacobbe che da lassù, come risorto, domina da mare a mare, sino ai confini della terra
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
PREGHIERA EUCARISTICA
La risposta di lode e di supplica riassunta nel Vers. Resp.: Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra,
si sviluppa in preghiera eucaristica fatta di:
ringraziamento: prefazio. Grazie, Padre, per il tuo Figlio: che con la stella riveli alle nazioni della terra;
attualizzazione: consacrazione. Ora, Padre, manda lo Spirito: che ha rivelato il Cristo e ora lo rende presente;
offerta: nostra in Cristo al Padre. In noi, Padre, si offre a te Gesù: che sperimentiamo mediante la fede;
intercessione: per tutti vivi defunti. Tutti, Padre, accogli in Cristo: che si è rivelato luce e salvezza delle nazioni;
lode finale: esplosione dei sentimenti. A te, Padre, ogni onore e gloria: dall’umanità che contemplano la grandezza della tua gloria.
CONTEMPLAZIONE
Nella chiesa il Padre convoca i credenti in Cristo, in cinque tappe (v. LG 2); contempliamo oggi nei suoi cinque momenti, per es., La Manifestazione:
prefigurata, sin dall’inizio, nella Creazione: manifestazione, della stella ai Magi;
figurata, nella storia d’Israele, antica alleanza manifestazione, della gloria di Dio su Israele;
compiuta, in Cristo Gesù, negli ultimi tempi: manifestazione, del mistero di Gesù da parte del Padre;
manifesta, nella chiesa, per lo Spirito effuso: manifestazione, dei due popoli in uno solo;
completa, alla fine, nella gloria della Trinità. manifestazione, dell’unica stella alla fine e l’unico Signore.
Preghiamo:
O Padre, che ci riveli Gesù come “Stella” perché lo adoriamo come “Signore”; fa’ che ti adorino tutti i popoli della terra. Per Cristo lo stesso Cristo nostro Signore. Amen.
Condividiamo la nostra preghiera (neretto) nello schema della preghiera ecclesiale (colori).