29-07-2012-Ordinario-B-dom17

29/07/2012 – T. ORDINARIO – ANNO B – DOMENICA 17 – ANIMATORI –

DOMENICA 17ª TEMPO ORDINARIO – ANNO B
Animatori Gruppi Liturgici Parrocchiali

“Nella Pasqua domenicale vi chiamo a condividere il pane disceso dal cielo”.
“Aiutaci a spezzare nella carità di Cristo anche il pane terreno”.

Traccia. – 3° anno: vangelo – 1ª lettura – Salmo Responsoriale (accenno a 2ª lett.).

VANGELO (Gv 6,1-15).
Ho distribuito quanto pane volevano, a quelli che erano seduti! Con la diciassettesima domenica del tempo ordinario in questo anno B avviene un cambiamento di evangelista. Siamo abituati a seguire l’Evangelista Marco lungo tutto l’anno, ma a partire da questa domenica, Marco lascia il posto a Giovanni. E per cinque domeniche ci accompagnerà il capitolo sei del vangelo di Gv. Arrivati, infatti, al momento in cui Marco racconta l’episodio della moltiplicazione dei pani (unico segno miracoloso presente in tutti e quattro gli evangelisti), la liturgia sostituisce il brano di Marco con il racconto di Gv., per il fatto che Gv., dopo l’episodio miracoloso, ha un lungo discorso con cui Gesù spiega il «segno» del Pane (Gv. è l’unico evangelista che spiega il segno del pane miracoloso presente in tutti gli Ev.); e saranno le letture evangeliche delle prossime domeniche a riportare di brano in brano tutto il significato evangelico. Oggi ci è proposto il primo episodio, all’inizio del capitolo sei di Gv. dove ci è narrato il fatto in cui Gesù dà da mangiare ad una grande folla di persone con cinque panini.
L’Evangelista Giovanni evidenzia un particolare importante; Gesù che vede una grande folla venire da lui – sì, quanti si lasciano attirare da me nella storia, mi seguono come costoro. Loro pensano a me e io provvedo a loro; e non alla maniera umana. Provoco Filippo, per mostrare a lui e a tutti il mio modo di provvedere a tutti e a ciascuno che mi segue e dico a Filippo: “Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Glielo chiedo per metterlo alla prova; per fargli constatare come un semplice interessamento è inconcludente. Io so quello che faccio sempre e sto per fare anche adesso. «Parlando loro di molte cose» mi rivelo compimento della legge; dando il pane mi rivelo dono supremo di Dio a tutta l’umanità. Ma, con la partecipazione di tutti uniti a me.
Ecco un particolare che spiega la partecipazione. C’è un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci. Ma che cos’è questo per tanta gente!” – Dicono i discepoli. Gesù non parte dal nulla. Come creatore lo potrebbe. Noi non dobbiamo dirgli quello che dovrebbe o potrebbe fare. Dobbiamo solo imparare ad essere ascoltatori attenti di quello che egli fa: parte da un contributo piccolo di un ragazzo. È poca cosa cinque panini per una folla immensa. Tuttavia è un punto di partenza. Forse abbiamo sbagliato chiamare questo segno ‘moltiplicazione’. Di fatto il testo dice che Gesù prese cinque pani, li spezzò, li diede loro – Gv. non aggiunge: “Perché li distribuissero alla folla”. Gv. vuole rilevare che anche l’agire di altri per suo comando è fatto da lui, in suo nome. –
È il miracolo della condivisione dei cuori, nel pane. Condividendo il pane Gesù rende possibile il nutrimento per tutti. Partendo da qualcosa di piccolo – un piccolo dono, da un ragazzo -. Il segno della grandezza di Dio, della grazia, si radica proprio nel dono piccolo; ma dono iniziale.

PRIMA LETTURA prepara a comprendere l’episodio narrato dal l’Evangelista. Il secondo libro dei re ci presenta un altro profeta: Eliseo. Discepolo di Elia, personaggio importante dell’ottocento, non ha scritto nulla. Non esiste un libro di Eliseo come non esiste un libro di Elia. Ma questi antichi profeti hanno creato delle scuole, dei movimenti, delle correnti di pensiero. Quasi di ordini religiosi: cioè gruppi di persone che li hanno seguiti come maestri. In particolare con Eliseo si sono formati gruppi di discepoli che si chiamano «figli di profeti».
Eliseo è detto: “Uomo di Dio”. Il rappresentante di Dio. Personaggio importante, stimato; a lui accorrono tanti con benevolenza e gratitudine. Il breve episodio che ci è proposto narra appunto di un devoto che parte da un paesino lontano Baal-Salisà e arriva fino al luogo dove si trova Eliseo. Egli porta in regalo delle primizie. Con il primo orzo che aveva mietuto e trebbiato ha fatto del pane. E 20 panini fragranti fatti con l’orzo novello, li regala all’uomo di Dio. Eliseo accetta il regalo ma non lo prende per sé in modo esclusivo, come accentratore del dono, ma lo rilancia, dicendo: “Dallo da mangiare alla gente”. Quell’uomo aveva fatto un bel regalo al profeta; 20 panini erano un bel dono per una persona, il profeta con il suo gruppetto di attendenti. Dal momento invece che Eliseo vuole darli da mangiare a tutto il popolo, il dono diventa niente. L’inserviente di Eliseo se ne rende conto e lo fa notare: “Come posso mettere questo davanti al 100 persone?”. Eliseo replica in tono duro, perentorio: “Ti ho detto di darlo da mangiare a tutti”: a tutta la gente! E aggiunge il motivo che lo spinge a parlare con tanta sicurezza; precisa: «Perché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”». Il servitore allora ubbidisce. Lo pone davanti a quelle cento persone; ne mangiarono e ne fecero anche avanzare. Proprio secondo la parola del Signore. Ecco, la novità! Ecco, parola del Signore! Condividendo il pane, venti panini bastano per cento uomini. Il racconto voleva mettere in evidenza la grandezza di Eliseo. Profeta generoso che insegna una parola di generosità.
Ma noi torniamo al vangelo, facciamo il confronto con Gesù: cinque panini bastano per cinquemila. Gesù è enormemente più grande di Eliseo! La realtà, che si auto-rivela nella profezia, però, è la stessa che trova pieno compimento in Gesù. Quindi, la generosità del piccolo, l’impegno al dono – al «non tenere per sé», alla condivisione dei cuori – diventa in Gesù dono di Dio a ogni persona che alla fine, nell’Eucaristia, trova la piena realizzazione di tutte le proprie potenzialità umano-divine, ricevute in dono da Dio, e ora in via di realizzazione pena e perfetta per opera dello Spirito Santo.

SALMO RESPONSORIALE. Noi, assemblea liturgica, lasciamo che Cristo «Signore» prenda tutto il nostro essere, e per opera dello Spirito santo di Gesù, accompagniamo il salmo 144, chiedendo con insistenza al Signore: “Apri la tua mano, Signore”! Il Signore non ha nessuna intenzione di chiudere la mano; è lui che ci ha insegnato ad aprire la mano. E noi aderiamo cordialmente, pieni di gioia, ripetendo:“Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente”, perché noi possiamo imparare ad aprire, a nostra volta, la nostra mano. Grazie a te, Signore, siamo saziati. Aiutaci ad essere nutritori con la nostra generosità.

LA SECONDA LETTURA riporta l’Apostolo Paolo che scrive agli Efesini, ribadendo l’unità realizzata da Gesù: “Un solo corpo, un solo Spirito, un solo battesimo.
Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti”. L’unico generoso, il Padre, opera per mezzo della generosità, donata da lui stesso, a quanti sono divenuti discepoli di Gesù, che hanno mangiato la sua sapienza, per divenire nutritori dei fratelli.

O Padre, che nella Pasqua domenicale ci chiami a condividere il pane vivo disceso dal cielo, aiutaci a spezzare nella carità di Cristo anche il pane terreno, perché sia saziata ogni fame del corpo e dello Spirito. Per Cristo nostro Signore. Amen.

RENDIAMO GRAZIE A DIO
per «l’Annuncio evangelico» in vari tempi e modi: P. Elia intercede perché obbediamo al Magistero di Cristo nella Chiesa;
per «la Celebrazione» in persona di Cristo: Don Mario ci guida e c’incoraggia con «umiltà e serietà»;
per «la Carità» di Dio effusa nei nostri cuori; la Sorella Noemi ci procura d’imitarla nel «buon profumo di Cristo».