12-02-2006-Ordinario-B-dom6

12/02/2006 – T. ORDINARIO – ANNO B – 06 DOMENICA – 2006

Preparazione alla celebrazione della messa.

06ª DOMENICA TEMPO ORDINARIO
Anno B – 12 Febbraio 2006

RACCOGLIMENTO
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo. Amen.
Ascolta, Israele: io sono il Signore Dio tuo…!
Ascolta, Chiesa che sei in..; ascolta N [tuo nome].
Eccomi, Signore: aiutaci tutti ad ascoltarti
(Dt. 6,4; Lc 8,21; Is 6,8; Ebr 10,1s; Rm 12,1s).

LETTURA
Padre, nulla ci sia più caro del tuo Figlio Gesù!
Donaci di ascoltare la sua parola nell’assemblea dei fedeli (cfr PCFP, 13); tu ci metti in bocca anche la risposta: fa’ che ascolto e risposta crescano con l’orante che ti cerca, o Dio (Gregorio, Cassiano, Benedetto).

TESTI e MEDITAZIONE

TESTI

Antifona d’Ingresso Sal 30,3-4
Sii per me difesa, o Dio,
rocca e fortezza che mi salva,
perché tu sei mio baluardo e mio rifugio;
guidami per amore del tuo nome.

Colletta
O Dio, che hai promesso di essere presente in coloro che ti amano e con cuore retto e sincero custodiscono la tua parola, rendici degni di diventare tua stabile dimora. Per il nostro Signore…

Anno B:
Risanaci, o Padre, dal peccato che ci divide, e dalle discriminazioni che ci avviliscono; aiutaci a scorgere anche nel volto del lebbroso l’immagine del Cristo sanguinante sulla croce, per collaborare all’opera della redenzione e narrare ai fratelli la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Prima Lettura Lv 13,1-2.45-46
Il lebbroso se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento.

DAL LIBRO DEL LEVITICO
Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: «Quando uno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli.
Il lebbroso colpito dalla lebbra porterà vesti strappate e il capo scoperto, si coprirà la barba e andrà gridando: Immondo! Immondo! Sarà immondo finché avrà la piaga; è immondo, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 31
LA TUA SALVEZZA, SIGNORE, MI COLMA DI GIOIA.

Beato l’uomo a cui è rimessa la colpa
e perdonato il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa alcun male
e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho manifestato il mio peccato,
non ho tenuto nascosto il mio errore.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie colpe»
e tu hai rimesso la malizia del mio peccato.

La grazia circonda
chi confida nel Signore:
gioite nel Signore ed esultate, giusti,
giubilate, voi tutti, retti di cuore.

Seconda Lettura 1 Cor 10,31 – 11,1
Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo.

DALLA PRIMA LETTERA DI SAN PAOLO APOSTOLO AI CORINZI
Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l’utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo.

Canto al Vangelo Cf Mt 9,12-13
ALLELUIA, ALLELUIA.
Non sono i sani che hanno bisogno del medico,
dice il Signore, ma i malati;
io sono venuto a salvare i peccatori.
ALLELUIA.

Vangelo Mc 1, 40-45
La lebbra scomparve ed egli guarì.

DAL VANGELO SECONDO MARCO
In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!». Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!». Subito la lebbra scomparve ed egli guarì.
E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: «Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro».
Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.

Sulle Offerte
Questa nostra offerta, Signore, ci purifichi e ci rinnovi, e ottenga a chi è fedele alla tua volontà la ricompensa eterna. Per Cristo nostro Signore.

Antifona alla Comunione Sal 77.29-30
Hanno mangiato e si sono saziati
e Dio li ha soddisfatti nel loro desiderio,
la loro brama non è stata delusa.

Oppure: Gv 3,16
Dio ha tanto amato il mondo
da dare il suo unico Figlio,
perché chiunque crede in lui non perisca,
ma abbia la vita eterna.

Oppure: Mc 1,40.41
«Signore, se vuoi puoi guarirmi!».
Gesù disse: «Lo voglio, guarisci».

Dopo la Comunione
Signore, che ci hai nutriti al convito eucaristico, fa’ che ricerchiamo sempre quei beni che ci danno la vera vita. Per Cristo nostro Signore.

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MEDITAZIONE o RILETTURA
Padre, fa’ che accogliamo il tuo Figlio Gesù!
La sua Parola alla Comunione (Ant. Com.), con il dono di se stesso, attua in noi il messaggio dei testi biblici (cf Tempo Ordinario – Anno B – 06ª Domenica – 16/02/2006); messaggio che ispira e attua i vari momenti della Celebrazione e della vita (Cf. Criteri di Meditazione – 15/08/2005).
Messaggio della Parola:
CHIUNQUE TU SIA, TI FACCIO ANNUNCIATORE DELLA BUONA NOTIZIA DI VITA.
Messaggio che ispira e attua Celebrazione e Vita.

1°. RITI D’INTRODUZIONE.
Dalla vita alla festa della vita: formiamo una comunità, prendiamo coscienza di essere riuniti e preparati da Gesù ad ascoltare la Parola e a celebrare l’Eucaristia.
Il mondo è malato, e noi tendiamo a sottolineare il male. Ma nel cuore della nostra vita c’è un germe divino, sorgente di ogni guarigione, Gesù Cristo Signore, che ha preso su di sé la nostra lebbra per farci partecipi della sua risurrezione.
Come il lebbroso malato e immondo ed emarginato, confidiamo pienamente nel Signore Gesù. Ciascuno di noi canta al Signore che viene come medico a sanare i malati, e come Dio a salvare i peccatori: Signore Gesù, sii per me difesa, rocca e fortezza che mi salva, tu che non insegni come gli scribi ma come Dio. Signore, pietà. Cristo Gesù, mio baluardo e mio rifugio, che non guarisci come i santoni ma come Dio. Cristo, pietà. Signore Gesù, che accogli gli emarginati, non come sovversivo ma come Dio. Signore, pietà. O Cristo, che parli di Dio e del suo regno non come un sognatore ma come Dio. Cristo, pietà.
Dio onnipotente, che hai promesso di essere presente in coloro che ti amano, e custodiscono la tua parola con cuore retto e sincero; risanaci dalla lebbra del male che ci divide, dalle discriminazioni che ci avviliscono e dall’emarginazione che ci uccide. Insegnaci a vedere anche nel volto di ogni lebbroso, a cominciare da noi stessi, l’immagine del Cristo sanguinante sulla croce, e a scorgere te, o Padre, operante in tutti contro il male che deturpa l’immagine del tuo Figlio. Fà che collaboriamo all’opera della redenzione e narriamo ai fratelli la tua parola di misericordia. Guidaci per amore del tuo nome, rendici degni di diventare tua stabile dimora, conduci tutti alla vita eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen. Apriamoci al Signore, disponiamoci a quel silenzio che s’impregna di Dio.

2°. LITURGIA DELLA PAROLA.
Dio parla a noi in Cristo. Lo Spirito ci dispone ad ascoltare la sua Parola. Gesù parla e conclude: Oggi si attua la Parola che avete udito. – Richiamiamo la Parola, aderiamo all’azione dello Spirito.

Richiamiamo ciò che Gesù compie: “La lebbra scomparve ed egli, il lebbroso, guarì” (Mc 1,40-45).
LEBBROSO, SEI FATTO DA ME ANNUNCIATORE DELLA BUONA NOTIZIA DI VITA.
Le domeniche precedenti abbiamo celebrato la “giornata tipo di Gesù”, che: di sua iniziativa entra nella sinagoga e scaccia in tutti lo spirito immondo del protagonismo egocentrico (4ª domenica B), entra nella casa di Pietro e scaccia la febbre dalla suocera che comincia a servire come Gesù. Guarigione e servizio, simbolo di ogni attività di Gesù, a Cafarnao, in Galilea e ovunque (5ª dom.).
Oggi (6ª domenica) tutto questo avviene in noi, in ogni persona che qui e altrove accoglie Gesù. Marco evangelista lo dice con l’esempio di un lebbroso, immagine di una persona malata sotto ogni aspetto personale: fisico, sociale e religioso. Rappresenta quindi ogni essere umano, malato nel fisico, isolato e senza soccorso umano, condannato a morire, perché Dio stesso l’avrebbe maledetto per il suo peccato come Myriam per la mormorazione contro il fratello Mosè (Numeri 12). Escluso dalla comunità, il lebbroso non può più pregare Dio che ascolterebbe solo persone pure. Ma il lebbroso corre da Gesù, perché ha sentito che in lui Dio non esclude nessuno. Gesù rivela un Dio innamorato degli uomini, un Dio che non si offende per le colpe degli uomini, non li minaccia e non li castiga, ma a tutti comunica amore prescindendo dal comportamento morale degli uomini e dalla loro risposta al suo amore. Gesù è sentito dal lebbroso come presenza di Dio che ama gli uomini incondizionatamente! Allora quel lebbroso, ritenuto lontano da Dio in nome della religione, del suo stato fisico e morale, si sente attratto da Gesù, infrange la Legge che gli proibisce di avvicinarsi a qualcuno, si avvicina a Gesù, e in ginocchio perché conscio di fare una trasgressione legale, lo supplica: “Se vuoi, puoi purificarmi!” e io potrò pregare Dio e Dio mi guarirà. – Gesù, il Santo, non è un buon religioso secondo la legge: non caccia via il lebbroso come immondo; ma fa tre cose. Una interiore: ha compassione del lebbroso, e ha rabbia contro il male. E fa due cose esterne che rivelano la compassione interiore di Gesù. Fa dei gesti: “Stese la mano” della potenza di Dio che salva le persone come placa il mare e si fa bonaccia, che scaccia il demonio e i malati guariscono; “lo toccò” anziché allontanarlo secondo la legge (vedi I lettura), perché l’Amore che ha spinto Gesù a incarnarsi e prendere su di sé la nostra umanità malata, ora spinge Gesù ad abbracciare il lebbroso. L’altra cosa esterna che Gesù fa è “parlare”, infatti dice: “Lo voglio, sii purificato!”.
Ma, che sorpresa! Il lebbroso non è solo “purificato” come lui chiedeva e si aspettava; è totalmente guarito: “Subito la lebbra scomparve ed egli guarì”; e non solo nel corpo, bensì anche nello spirito, tanto da capire Gesù che “lo rimproverò ammonendolo severamente”, per non avere avuto piena fiducia in Gesù: come Pietro è rimproverato perché non ha fede abbastanza e comincia ad affogare mentre cammina sull’acqua; allora Gesù lo richiama dicendo: “Uomo di poca fede!”. In Gesù Dio ama gli uomini incondizionatamente e chiede di essere accolto incondizionatamente.
La parola di Gesù sana il lebbroso nello spirito, e il lebbroso comprende Gesù che “lo rimandò e gli disse: “Guarda di non dire niente a nessuno”. L’ex lebbroso, guarito nello spirito, comprende che Gesù non sana per farsi vedere un santone o per scopi politici; ma per puro suo amore verso di lui. La parola di Gesù guarisce il lebbroso nello spirito, gli illumina la mente in modo che possa capire il comando di Gesù: “Presèntati al sacerdote, offri per la tua purificazione, a testimonianza per loro”. Cioè: mostra al sacerdote che sei guarito per la potenza della mia parola divina, renditi conto che la legge religiosa ti chiede “l’offerta” mentre il vero Dio ti sana e ti chiede solo questo servizio di testimonianza agli altri, a cominciare dai sacerdoti: “È venuto in mezzo a voi il regno di Dio”. L’ex-lebbroso allora, essendo uscito dalla malattia, comincia ad annunziare con intensità di parole non se stesso né la sua storia, ma la Parola («ton lògon») efficace di Gesù che dice: “Lo voglio, sii purificato!” e tutto è fatto. L’ex-lebbroso comincia a ‘procurare retta fama’ (diafemìzein) a Gesù, ed entra liberamente in città lui, il lebbroso che prima non poteva entrarvi; mentre Gesù, al posto del lebbroso, sta fuori, in luoghi deserti; e vengono a Gesù da ogni parte, per la sua parola efficace: “Lo voglio, sii purificato!”, come ripete l’ex lebbroso diventato «Annunciatore». Dio ama senza limiti, chiede di essere accolto senza limiti, per continuare ad amare tutti in noi senza limiti.

Richiamiamo la profezia compiuta in Gesù: “Il lebbroso se ne starà solo, fuori dell’accampamento” (Levitico 13,1-2.45-46).
IO PRENDO IL TUO POSTO DI LEBBROSO, TU PRENDI IL MIO POSTO DI RISORTO.
Questa è la profezia compiuta in Gesù “che non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte” (Mc1,5). Con la nostra umanità, Gesù, isolato sulla croce al posto nostro, parla per noi, e dice: “Padre, perdona loro”, e noi tutti siamo guariti: risorgiamo con lui.

Richiamiamo ciò che Gesù attua in noi oranti. Ristabiliti come il lebbroso, cantiamo: “Beato l’uomo a cui Dio non imputa il peccato”. “La tua salvezza, Signore, mi colma di gioia”. (Salmo 31).
IN CRISTO CI FAI CANTORI DEL TUO CONDONO E DEL PERDONO DEI FRATELLI.
Non siamo senza colpa, o Padre: riconosciamo umilmente il nostro peccato e confidiamo nella tua misericordia. Come il lebbroso guarito, siamo sicuri del tuo condono. “Beati”, confessiamo le nostre colpe riconoscendo quanto siamo lontani da te, o Dio. Dall’esperienza della nostra miseria in confronto al tuo condono divino e del nostro perdono nei riguardi degli altri, rinasce in noi la gioia e la volontà di camminare nelle tue vie, Signore.

Richiamiamo la parola dell’Apostolo che ci descrive come nuovi discepoli di Gesù: “Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo” (1Corinzi 10,31-11,1).
VI FACCIO MIEI IMITATORI: RICERCATORI DEL BENE DEGLI ALTRI.
In occasione delle carni immolate agli idoli Paolo dice: La fede in Cristo ci libera dai pregiudizi sui culti pagani, ma rispetta la coscienza del fratello (vv. 23-29). Rendiamo grazie a Dio per ogni realtà creata, in particolare per il cibo (v. 30). In tutto ciò che facciamo, siamo coscienti di essere in Gesù, segni della sua presenza, cioè, “gloria” di Dio (v. 31). In particolare, rinunciamo al nostro vantaggio per il bene degli altri: perché giungano alla salvezza (cf. 9,1-23). Io cerco di essere modello per tutti i fedeli sulla scia efficace del modello supremo, Cristo Gesù (Fil 2,5ss).

3°. RITI DI PRESENTAZIONE DEI DONI.
Nelle parti liturgiche (Parola e Eucaristia) l’assemblea è ferma, in ascolto, seduta o in piedi. Nei Tre Riti si muove. Ora, per esempio, offriamo doni per la presenza di Cristo e per le necessità degli altri.
Il dono che Gesù chiede al lebbroso oggi è la disponibilità del suo corpo che va dove lo manda, del suo parlare di annunciatore, della sua gratuita ‘offerta’ ai bisognosi come gratuitamente ha ricevuto.
Preghiamo perché tutti possiamo conoscere il Dio vero che ama incondizionatamente, l’accogliamo incondizionatamente, e incondizionatamente Gesù continui ad amare gli altri in noi.
Come il lebbroso fu accolto e guarito, così “questa nostra offerta”, accolta da te, Signore, e trasformata in Eucaristia, ci purifichi e ci rinnovi; ottenga la ricompensa eterna a chi è fedele alla tua volontà. Per Cristo nostro Signore. Amen”.

4°. LITURGIA EUCARISTICA.
In Cristo rispondiamo al Padre: Grazie e benedizioni a te in Gesù, pane, offerta, intercessione, lode.

Ringraziamo e benediciamo il Padre in Gesù.
Grazie, Padre, per il tuo Figlio: sanguinante sulla croce e nel nostro volto di lebbrosi, venuto come medico a sanare i malati e come Dio a salvare i peccatori, annunziò ai poveri il vangelo di salvezza, la libertà ai prigionieri, al lebbroso segno di ogni ammalato la guarigione, agli afflitti la gioia. In Cristo Gesù tu riveli agli uomini, o Padre, che per te non esiste persona inguaribile, intoccabile, proscritta. E noi tutti, circondati da tanta grazia, confidiamo nel Signore; e uniti ai giusti e ai retti di cuore cantiamo esultanti di gioia: Santo è il Signore Dio, Amore incondizionato verso tutti.

Gesù, preso il pane e rese grazie, si dona vero cibo e bevanda, ci trasforma in se stesso.
Ora, Padre, manda lo Spirito che perfeziona l’opera di Gesù nel mondo: compie ogni santificazione. Gesù in mezzo a noi ci risana dal peccato che divide e avvilisce. Egli accoglie la disponibilità che lui stesso ha suscitato in noi come nel lebbroso di accostarci a lui; purifica la nostra miseria fisica e morale, ci trasforma attraverso il suo corpo eucaristico, dicendo: “Lo voglio, sii guarito”. “Questo è il mio corpo donato, questo è il calice del mio sangue versato in remissione dei peccati”.

Gesù in noi continua a donare se stesso.
In noi, Padre, si offre a te Gesù: ci rende capaci dello stesso suo amore verso gli altri. redenti e fatti partecipi del suo amore, annunciamo come il lebbroso con intensità di parole la tua misericordia. Belli e beati come il corpo di Cristo sono i nostri corpi, le nostre persone, messaggere di lieti annunzi, mentre annunziamo la pace. Messaggeri di bene, annunziamo la salvezza, diciamo a tutti con la vita: Ecco il nostro Dio (cf Is 52,7). In noi rinnovati, la tua grazia diventa nostra ricompensa.

Gesù intercede per noi, e ci fa intercessori con lui per tutti.
Tutti, Padre: vivi, defunti, celebranti, accogli in Cristo: Dio, tu non fai preferenza di persone; ma tutti rinnovati e trasformati, siamo strumenti docili di comunicazione della tua grazia verso quanti ci fai incontrare. Con il cuore supplichevole del tuo bene verso tutti, ti preghiamo: Vinci la lebbra del peccato che deforma e consuma, dei rancori che guastano i rapporti, dell’obbedienza alla legge che uccide, dell’adattamento senza libertà dello Spirito che ricrea; dona a ognuno lo “sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l’utile proprio ma quello degli altri, perché giungano alla salvezza”.

Gesù glorifica perfettamente il Padre mediante la nostra santificazione.
A te, Padre, ogni onore e gloria, dall’umanità realizzata in Cristo per opera dello Spirito Santo: risanata da ogni lebbra di peccato per il tuo condono, per la remissione dei peccati, per la confessione della tua grazia che ci circonda, per la gioia e l’esultanza che scaturiscono dal cuore, le varie membra del corpo di Cristo abbiano cura le une delle altre a tua lode e gloria, o Padre.

5°. RITI DI COMUNIONE.
Preso il pane e rese grazie, Gesù spezza il pane e lo dà ai suoi discepoli perché lo distribuiscano.
In Cristo siamo un solo corpo, un pane di vita per tutti: viviamo per lui che è morto e risorto per noi.
Padre nostro, liberaci da ogni peccato, malattia e morte; donaci unità e pace. La comunione al corpo e al sangue di Cristo sia per noi rimedio dell’anima e del corpo. Agnello di Dio che ti sei addossato le nostre malattie, per la Frazione del Pane che dà vita, “dì soltanto una parola” come al lebbroso “e io sarò salvato”. Anche noi mangiamo e siamo sazi perché tu ci soddisfi nel nostro desiderio, la nostra brama non resta delusa. Veramente tu, o Dio, hai tanto amato il mondo da dare il tuo unico Figlio, perché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna. Anche noi siamo ora davanti a te e come il lebbroso ti preghiamo: “Signore, se vuoi puoi guarirmi!”. E tu, Gesù, ora dici anche a noi: “Lo voglio, guarisci”. E ora alla comunione la tua Parola si realizza pienamente!
“Signore, che ci hai nutriti al convito eucaristico, fa’ che ricerchiamo sempre quei beni che ci danno la vera vita. Per Cristo nostro Signore. Amen”. Rendiamo grazie a Dio, per la forza dell’Eucaristia che aumenta la nostra comunione con tutti nel Padre e nel Signore Gesù.
Nitriti di Gesù usciamo dall’assemblea eucaristica ed entriamo nella nostra esistenza quotidiana mostrando di essere guariti: facciamo tutto per la gloria di Dio, sia che mangiamo, sia che beviamo, sia che facciamo qualsiasi altra cosa. Davanti anche a certe forme di malattia fisica o morale non saremo presi da rigetto, commiserazione o allontanamento, ma da impegno e lotta contro il male.

CONTEMPLAZIONE
Nella chiesa il Padre convoca i credenti in Cristo, in cinque tappe (v. LG 2); contempliamo oggi nei suoi cinque momenti, per es., La Gioia:

Nella chiesa prefigurata, sin dall’inizio, nella Creazione: gioia, del lebbroso guarito fisicamente;

figurata, nella storia d’Israele, antica alleanza gioia, del lebbroso riammesso nella comunità di Dio;

compiuta, in Cristo Gesù, negli ultimi tempi: gioia, di Gesù compassionevole, stende la mano, tocca, parla, guarisce;

manifesta, nella chiesa, per lo Spirito effuso: gioia, dei fedeli che comunicano con Gesù nell’eucaristia;

completa, alla fine, nella gloria della Trinità. gioia, piena nell’umanità che in Cristo raggiunge la vera vita.

Preghiamo:
O Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio Gesù a salvare i peccatori, come medico per i malati; fa’ che il tuo popolo sia colmo di gioia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Condividiamo la nostra preghiera (neretto) nello schema della preghiera ecclesiale (colori).