14/11/2004 – T. ORDINARIO – ANNO C – 33 DOMENICA – 2004
Dieci minuti di preghiera con la chiesa.
33ª DOMENICA TEMPO ORDINARIO
Anno C – 14 Novembre 2004
NEANCHE UN CAPELLO DEL VOSTRO CAPO PERIRÀ.
RACCOGLIMENTO
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo. Amen.
Ascolta, Israele: io sono il Signore Dio tuo…! Ascolta, Chiesa che sei in..; ascolta N [tuo nome]
Eccomi, Signore: aiuta tutti come aiuti noi ad ascoltarti (Dt. 6,4; Lc 8,21; Is 6,8; Ebr 10,1s; Rm 12,1s).
LETTURA
Padre, fa’ che nulla ci sia più caro del tuo Figlio Gesù! Donaci di accogliere la tua parola nella messa del giorno (PCFP, 13); tu ci dici quanto stai attuando nella nostra esistenza, continuazione della tua storia (Vedi testo in LETTURE).
MEDITAZIONE o RILETTURA
Padre, fa’ che accogliamo il tuo Figlio Gesù! Egli ci parla di se stesso: “Bella Notizia” nel vangelo, “Compimento” delle promesse della prima lettura, “Fondamento” della chiesa nella seconda lettura. Rileggiamo vangelo, prima e seconda lettura alla luce del versetto al vangelo, che oggi dice:
Vegliate e state pronti, perché non sapete in quale giorno verrà il Signore.
Padre, nell’Eucaristia il tuo figlio Gesù si rende presente! Con lo Spirito e la sposa (cioè con quanti danno voce allo Spirito) aderiamo a Gesù e acclamiamo: “Vieni, Signore Gesù!”; perché attui in noi ciò che ha compiuto in se stesso. Padre, fa’ che in lui noi ti lodiamo, ti benediciamo e ti rendiamo grazie per i tuoi benefici (prefazio). Come Gesù ci ha comandato, noi ti preghiamo: Padre, manda lo Spirito Santo perché Gesù sia qui presente fra noi (consacrazione). In noi, che partecipiamo al corpo e al sangue del tuo Figlio, riuniti dallo stesso Spirito Santo in un solo corpo, Gesù si offra a tutti, dono a te gradito (offertorio); e interceda per tutti, vivi e defunti (intercessione). Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria (lode o dossologia finale). – Per attuare tutto questo in noi, Gesù risponde: “Sì, ecco: io vengo” (Apc. 22,17s); e oggi aggiunge (Antifona alla Comunione):
Nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la perseveranza, salvate le vostre anime.
Nemmeno un capello del vostro capo perirà: siete pietre vive in rapporto a me tempio vivo.
«Mentre alcuni parlavano del tempio, delle sue belle pietre, dei doni che l’adornavano, Gesù disse: “Non resterà pietra su pietra che non venga distrutta”.- Gli domandarono: “Maestro, quando accadrà questo? Quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?” – Rispose: “Non lasciatevi ingannare. Molti diranno: Sono io, il tempo è prossimo.- Non seguiteli; prima della fine vi saranno guerre, terremoti, carestie, pestilenze, persecuzioni, tradimenti, a causa mia”.-
Oggi mi rendo presente in atto di formarti pietra viva, membro del mio corpo, nel simbolo del tempio. L’anno sta per finire, giunge al termine anche la formazione dei miei discepoli; come tutti, ti chiedi dove va la storia del mondo e degli uomini, cerchi sicurezza e tranquillità, e ora puoi capire una lezione importante sul senso della storia e del progetto di Dio; l’occasione è proprio il tempio, segno di ogni realtà: ha un aspetto positivo, ed è quello che «si può ammirare»; un altro negativo, ed è il limite come del creato che «non resterà»; c’è un aspetto aggiunto, il male che viene dal diavolo (dall’uomo che pone ostacoli alla vita) e dai suoi alleati, e sono «guerre, tradimenti, persecuzioni, oltre a terremoti, carestie, pestilenze», che fanno la cronaca degli uomini; ma l’aspetto più profondo sta nel «senso» di tutto questo, ed è «il fine» della tua realtà presente, il progetto del Padre che ora io ti rivelo, il compimento dell’opera sua in me e in te con me. Il senso del tempio e della storia è analogo al senso del «cieco nato» (Gv 9,1-7): di fronte a un uomo, gloria di Dio, cieco dalla nascita, e di fronte a un tempio, meraviglioso, che viene distrutto, l’uomo cerca il senso «nella causa», chiedendosi: «Chi ha peccato, di chi è colpa?». Così anche qui la domanda: Quando «la» fine? – Invece il mio discepolo accoglie il senso «nel fine» che io sono e annunzio: «E’ così perché si manifestino le opere di Dio; dobbiamo compiere le opere di Colui che mi ha mandato». – Tu mi accogli e impari a valutare la tua storia e ogni situazione in rapporto a Dio, a me che sono «il fine», e non all’uomo che dice: Sono io! O: Eccolo qua, eccola là! – Non seguirlo; Dio non è mai nel turbamento; questo il «Principio» per discernere e valutare persone e situazioni secondo Dio. – Vieni, Signore, con la tua valutazione del mondo. Cantate inni al Signore che ha progetti di pace e non di sventura. Cantate inni con l’arpa, con l’arpa e con suono melodioso; con la tromba e al suono del corno acclamate davanti al re, il Signore. Frema il mare e quanto racchiude, il mondo e i suoi abitanti. I fiumi battano le mani, esultino insieme le montagne. Esultino davanti al Signore che viene, che viene a valutare la terra. Valuterà il mondo con i suoi progetti di pace e i popoli con rettitudine.
Nemmeno un capello del vostro capo perirà: rendete testimonianza che siete pietre vive in me, tempio vivo.
“Avrete occasione di testimoniare. Badate bene: non preparate difese; io vi darò lingua e sapienza irresistibili. Sarete traditi, uccisi, odiati a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà: con la vostra perseveranza vi salverete”.
Il cieco guarito testimonia che il Padre mi ha mandato come Luce del mondo; le rivoluzioni e persecuzioni e guerre ti danno occasione di testimoniare, non «la fine» del mondo, ma che «io sono il fine», lo scopo di tutta la storia. Tu mi accogli, perseveri nel rapporto con me, non ti distrai per grandi pietre, doni, tempi e segni; scopri che quanto ammiri così, si trasforma in tempio vivo, in abitazione eterna. «Quando» accogli me più di ogni cosa, sai «come» sei salvo tu stesso con ogni cosa in me. Deciso/a a perseverare nel rapporto con me in tutte le situazioni, mi rendi testimonianza con franchezza: non ti preoccupi di difenderti e così testimoni che ti fidi di me presente in te, che io ti do lingua e sapienza irresistibili; tradito, ucciso, odiato come me, sei segno che io vivo e tu vivi in me, salvo totalmente nello Spirito, nell’anima e nel corpo. Tu mi accogli e io ti rendo capace di affrontare per me persecuzioni a causa della fede e tradimenti anche di persone più care: l’ostilità si traduce in annunzio e accoglienza; come la «grande persecuzione» di Stefano si trasforma in «grande gioia» nelle nuove comunità: «Ci fu una grande persecuzione…; e in quella città ci fu una grande gioia» (Atti 8,1.8; 11,19-21); pietra viva in me, tempio vivo, tu superi tutto nella pace; perseveri nel rapporto con me, unico fine; non «ti terrorizzerai» di fronte a guerre e a rivoluzioni, terremoti, carestie e pestilenze, perché ciò che cade non è Dio, beatitudine dell’uomo: in «paziente attesa» di fronte al tempo che passa in forte pressione e disprezzo, ti vanti pure nelle tribolazioni che aumentano la «pazienza, la fermezza, la speranza» che non delude (Romani 5,4-5). – Signore, che hai promesso di esaudire chi ti invoca; noi t’invochiamo: Vieni a valutare il mondo con i tuoi progetti di pace. – Cantate inni al Signore che ha progetti di pace e non di sventura. Cantate inni con l’arpa, con l’arpa e con suono melodioso; con la tromba e al suono del corno acclamate davanti al re, il Signore.
Vieni, Signore, a giudicare il mondo, secondo i pensieri del tuo cuore.
Nemmeno un capello del vostro capo perirà: pietre vive in me tempio vivo voi splendete come oro puro.
«Così dice il Signore: “Ecco il giorno rovente come un forno. – Tutti i superbi e gli ingiusti saranno come paglia; quel giorno li incendierà: non lascerà loro né radici né germogli. Per voi, cultori del mio nome, sorgerà il sole di giustizia”.
La distinzione fra giusti ed empi è basata sul rapporto con me: chi mi cerca sopra ogni cosa, chi persevera nel rapporto con me, mi riconosce Signore della storia, Luce che rende capaci di discernere. Chiunque è disponibile ai miei progetti di pace da iniquo/a io rendo giusto/a in me, cultore del mio nome, capace di passare per l’acqua e il fuoco, partecipe della mia passione, morte e risurrezione: nuova creatura con tutti i suoi «capelli», con un corpo risorto che evidenzia tutti i moti dell’animo, vissuto alla mia presenza, in colloquio con me, come mia presenza, dove io l’ho posto. Così risplendi come oro puro, formi con me il nuovo Tempio di Giustizia e di Pace; sono io la tua ricompensa; vivi con me per sempre, mentre il superbo si condanna da sé. – Vieni, Signore, noi ti invochiamo: esaudiscici e facci tornare da tutti i luoghi dove ci siamo dispersi. Ascolta, Padre, ed esaudisci. Per Cristo nostro Signore.
Vieni, Signore, a giudicare il mondo, secondo i pensieri del tuo cuore.
Nemmeno un capello del vostro capo perirà: pietre vive in me, tempio vivo, voi siete operatori di pace.
“Fratelli, avevamo diritto al sostentamento; ma abbiamo lavorato con fatica per non essere di peso e per darvi un esempio da imitare; vi demmo una regola: Chi non vuol lavorare, neppure mangi.- Esortiamo nel Signore Gesù Cristo quanti vivono disordinatamente: Lavorate in pace”.
Tu fai parte della Comunità che persevera nella comunione con me; preso dall’assillo per il bene dei fratelli, dichiari per bocca di Paolo: “Lavoriamo con fatica, cerchiamo di non esservi di peso, per rispetto e attenzione al Signore e a voi”. – Esortiamo ciascuno di voi nel Signore Gesù Cristo: “Non vivere disordinatamente; lavora nella pace con fedeltà, come io con fedeltà mantengo in essere ogni cosa”. – Proprio perché ti attende un mondo futuro con il mio ritorno, tutta la storia ha un valore divino, e il creato è destinato a seguirti nella nuova creazione: la presenza del regno porta ad una maggiore attenzione e impegno nella vita presente; ti ho fatto mio collaboratore nella creazione e nella ri-creazione. – Questo tuo progetto di Pace e collaborazione nei nostri riguardi, Signore, c’entusiasma a lavorare e anticipare la vita felice per cui ci hai fatti.
Vieni, Signore, a giudicare il mondo, secondo i pensieri del tuo cuore.
PREGHIERA EUCARISTICA
La risposta di lode e di supplica riassunta nel Versetto Responsoriale:
Vieni, Signore, a giudicare il mondo,
si sviluppa in preghiera eucaristica fatta di:
ringraziamento: prefazio. Grazie, Padre, per il tuo Figlio:
in lui, tempio vivo, tu raduni tutta l’umanità;
attualizzazione: consacrazione. Ora, Padre, manda lo Spirito:
il tuo Figlio è presente nelle vicende liete e tristi di questo nostro mondo;
offerta: nostra in Cristo al Padre. In noi, Padre, si offre a te Gesù:
ci edifica in pietre vive del suo tempio;
intercessione: per tutti vivi defunti. Tutti, Padre, accogli in Cristo:
quanti tu hai fissato nella speranza del tuo regno;
lode finale: esplosione dei sentimenti. A te, Padre, ogni onore e gloria.
per la grazia di fedele servizio e beata eternità.
CONTEMPLAZIONE
Nella chiesa il Padre convoca i credenti in Cristo, in cinque tappe (v. LG 2); contempliamo oggi nei suoi cinque momenti, per esempio, La Perseveranza:
prefigurata, sin dall’inizio, nella Creazione: perseveranza, nelle situazioni cosmiche, umane, sociali, religiose;
figurata, nella storia d’Israele, antica alleanza: perseveranza, nel culto del nome del Signore;
compiuta, in Cristo Gesù, negli ultimi tempi: perseveranza, di Gesù nei suoi pensieri di pace;
manifesta, nella chiesa, per lo Spirito effuso: perseveranza, nella comunione con Cristo;
completa, alla fine, nella gloria della Trinità: perseveranza, dell’umanità edificata nel vincolo d’amore in Cristo.
Preghiamo:
O Padre, che ci comandi e susciti in noi la capacità di vegliare e stare pronti ad accogliere il Cristo tuo Figlio, che viene a liberare chi lo invoca; fa’ che il tuo popolo esperimenti sempre la tua Salvezza, acclamando: Vieni, Signore Gesù! Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen.
Condividiamo la nostra preghiera (neretto) nello schema della preghiera della chiesa (colori).