04-04-2004-Domenica-delle-Palme

04/04/2004 – QUARESIMA – ANNO C – 6 domPalPas – 2004

DOMENICA DELLE PALME – PASSIONE DEL SIGNORE
Anno C – 4 Aprile 2004.
Padre, perdona loro.

RACCOGLIMENTO
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo. Amen.
Ascolta, Israele: io sono il Signore Dio tuo…! Ascolta, Chiesa che sei in..; ascolta N [tuo nome]
Eccomi, Signore: aiuta tutti come ora aiuti noi ad ascoltarti (Dt. 6,4; Lc 8,21; Is 6,8; Ebr 10,1s; Rm 12,1s).

LETTURA
Signore Gesù, nulla mi è più caro di te! Ascolto la tua parola nella messa del giorno (PCFP, 13); tu mi metti in bocca anche la risposta: fa’ che ascolto e risposta crescano con l’orante che ti cerca, o Dio (Gregorio, Cassiano, Benedetto). Vedi LETTURE

MEDITAZIONE o RILETTURA
Signore Gesù, tu mi parli di te stesso “Buona Notizia” nel vangelo, “compimento” delle promesse della prima lettura, “fondamento” della chiesa nella seconda lettura: rileggo vangelo, I e II lett. alla luce del versetto al vangelo: Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome.

Signore Gesù, tu ti rendi presente! Con lo Spirito e la Sposa io grido: “Vieni, Signore Gesù!”. E tu rispondi: “Sì, ecco: io vengo” (Apc. 22,17s); così nel dialogo, alla comunione, mi dici chi sei e cosa fai oggi in noi (Antifona alla Comunione): Padre, se questo calice non può passare senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà.

«Padre, sia fatta la tua volontà».
(Cogliamo il senso delle parole di Gesù alla Comunione confrontandole con il vang., I e II lettura).
Padre, la tua volontà è usare misericordia. L’amore misericordioso di Dio comporta sofferenza (vangelo). Il Servo del Signore è disponibile e pieno di fiducia (prima lettura). L’Amore si abbassa e viene riconosciuto, esaltato (seconda lettura). Venendo in noi Gesù dice: Oggi mi rendo presente in atto di amarvi gratuitamente e trasformarvi in persone capaci di amare come io vi amo; nel simbolo della vite con tralci in cui scorre la stessa linfa della vite. – Mio Dio, mio Dio, ti rendo grazie: tu non abbandoni mai il tuo fedele!
Padre, io desidero aderire ardentemente al tuo amore verso quanti tu mi hai voluto donare. Cena pasquale. Padre, partecipino alla mia opera di salvezza, nutrendosi del nostro amore. Come tu doni a me totalmente te stesso, io mi dono totalmente a te, amando il tuo amore per tutti.
Padre, da te accolgo tutta la passione, come tu vuoi: porto a compimento l’Alleanza con l’uomo. Consegno l’ordine di celebrare la mia memoria. Mentre, infatti, sono a tavola con i miei apostoli, per consumare la pasqua, davanti alla vittima pasquale, all’agnello, sono consapevole di essere io stesso la Vittima Pasquale; e come tale mi offro «ai» miei fratelli «per» i miei fratelli secondo la tua volontà. Il culto ebraico trova in me il suo compimento; sono presente nella comunità dei miei fedeli, che celebrano l’eucaristia, culmine e fonte della salvezza che ho realizzato in me stesso; li conduco presso di te, o Padre, dove la comunità è completa alla fine dei tempi. I miei fedeli, sulla terra esperimentano, nel «sacramento» di gesti e parole, la forza e l’efficacia della mia presenza gloriosa in mezzo a loro. Per mezzo mio conoscono il tuo piano di amore, o Padre, e sono in comunione con te! Sotto i segni sacramentali dell’eucaristia mi rendo presente nella mia morte e risurrezione: manifesto l’infinita tua bontà. Il segno del banchetto, con il pane e il calice che nutrono, manifestano il mio amore fino alla morte per riconciliare con te tutti gli uomini, miei fratelli, che mi hai dato: è il servizio del tuo Servo Sofferente per amore. Io continuo ad essere il testimone fedele di questo servizio di salvezza per tutti nella comunità fondata in me. Essa si muove dal passato al presente al futuro, sollecitata e guidata dal mio comando: “Fate questo in memoria di me” (cfr Enc.: La Chiesa vive dell’Eucaristia).
Padre, in me tu vuoi manifestare tutto il tuo amore per gli uomini. Si salva chi pur avendo tradito Dio si converte: chi accoglie in me il dono della tua benevolenza; anche Giuda partecipa come gli altri al mio banchetto eucaristico; mentre mi consegna, io mi dono. Ammetto alla comunione con me anche chi mi tradisce: perché si apra, mentre si chiude al mio appello. Padre, per la salvezza degli uomini non basta il mio dono presente nell’eucaristia, non basta neanche partecipare materialmente ad essa. Ma mentre è sempre possibile che uno mi tradisca, ogni tradimento cade sotto il tuo piano, o Padre: il tuo amore di Vignaioloper gli uomini si mostrerà geniale e potente. Il mio lamento: «Guai!!!, come quello che si fa su un morto, vale per ogni «uomo dal quale il Figlio dell’uomo è tradito», per risvegliarlo con me dai morti.
Padre, tu hai voluto mandarmi fra gli uomini come servo del tuo amore: Eccomi! Io sono la vita che tu doni a chi persevera con me nelle mie prove: egli vive e vivrà in comunione con me per sempre. Mentre doni il tuo Figlio agli uomini nell’eucaristia, non ammetti che ci siano invidie e gelosie fra di loro, perché tu li chiami a prolungare il mio servizio, con il reciproco dono di sé. Nessuno può considerare il proprio posto in comunità come uno strumento di potere e di dominio sugli altri. Io sono stato in mezzo a loro come colui che serve fino a lavare i loro piedi. Questa è la novità che tramite me tu mandi sulla terra. Ma voi, miei amici, che siete stati perseveranti, in comunione con me, avrete una speciale ricompensa, partecipando alle mie gioie, come avete partecipato alle mie prove. L’esistenza umana dei fratelli continui, o Padre, nel mondo futuro, per i tuoi interventi salvifici, mediante me, nella storia dell’uomo. Così io continuo a stare in mezzo a voi, uomini, come colui che serve.
Padre, tu vuoi che la tentazione non vinca il mio discepolo. La tentazione non vincerà il mio discepolo e la mia futura comunità cristiana come non ha vinto me. Pietro e tutta la mia comunità saprà cogliere la croce come mezzo di salvezza, e la morte come via alla vita. La sua fede, confortata dalla mia preghiera, porti conforto e vittoria ai tentati dallo stesso nemico, il diavolo: esso ha da te solo il potere di mettere alla prova per «saggiare e rinforzare il cuore degli uomini». Padre, da te tutto dipende; tu vuoi che il mio discepolo Simone sia mio vicario presso gli uomini. Io ti prego: passato dalla sua presunzione all’ascolto della mia parola, sia servo dei fratelli bisognosi, li serva come io li servo, mi conosca come tu mi conosci. Pietro, ravveduto, conferma i tuoi fratelli: si ravvedano e si confermino a vicenda.
Padre, tu vuoi che questo sia il momento di addio! E’ l’ultimo incontro di un tempo sereno, trascorso con i discepoli che tu mi hai dato, e che io ho inviato in missione, nel nome tuo, del tuo Figlio e del tuo Spirito. Ora, inizia il tempo delle prove e delle crisi: il tempo della mia passione che continua nel tempo della chiesa, pieno di ostilità e di lotta da parte del nemico; tempo di attenzioni e abnegazione da parte nostra. E’ in gioco la salvezza dell’umanità. Per questo bene supremo vale la pena la lotta, sicuri di non restare delusi. Padre, tu hai fatto partecipi del mio destino i discepoli, che soffrono con me fino alla morte, in vista della gloria e della risurrezione. Si compie così in me e nella mia Chiesa la profezia del Servo Sofferente: Amante, perché tu sei fedele per sempre al tuo piano di amore per gli uomini fino al compimento, anche se loro ancora non comprendono. Deve compiersi in me, Capo e Membra, questa parola della scrittura.
Padre, voglio testimoniare tutta la fedeltà del tuo amore per gli uomini. La mia fedeltà al tuo volere è fin dall’inizio, fin da quando ho vinto il diavolo divisore. Ti prego perché i miei discepoli siano vigilanti testimoni della mia preghiera e vincano le forti tentazioni di separarsi da te. Sia superato in loro il sonno causato dalla tristezza; siano felici nella consapevolezza di aver vinto con me il Maligno. Con me sapranno riconoscere e vincere il nemico: partecipano alla mia sofferenza e alla mia gloria. I miei discepoli vinceranno il sonno della tristezza con la preghiera. Padre, io per primo, prostrato, ti prego e ti confermo che mi rimetto con fiducia alla tua volontà. Io ti ringrazio per il messaggero (l’Angelo) della tua consolazione. Accetto il calice del dolore, che tu disponi per me, come mezzo di riconciliazione dei peccatori. Padre, nella testimonianza della mia fedeltà, mi tengo tanto più unito a te, quanto più sento vicina la prova suprema: con te giungerò alla vittoria sull’estrema sofferenza e sull’umana sensibilità. Che i miei discepoli non disattendano la preghiera e la vigilanza: non vengano meno e non piangano; ma per questa mia preghiera d’intercessione siano trasformati e fortificati, pieni dello Spirito di Amore. Per questo, in preda all’angoscia ti prego più intensamente: ti ringrazio perché li aiuti e li ami come ami me.
«Padre, sia fatta la tua volontà». – «Ho desiderato ardentemente mangiare questa pasqua con voi»
Padre, rinnovo la mia totale adesione alla tua volontà di amore. Mentre comincio la mia passione di amore e di sofferenza con il mio arresto da parte dei miei fratelli, io voglio aderire alla tua volontà di amore per loro. Seguirà il processo giudaico, poi il processo romano e il calvario dove sarò crocifisso; morirò e sarò sepolto. Padre, è scoccata l’ora delle tenebre. Testimonierò la tua bontà usando dolcezza verso ogni mio discepolo traditore, e guarendo il servo del sommo sacerdote. Solo bontà e pazienza salvano il mondo: scuotano Giuda, che con un bacio tradisce il Figlio dell’uomo; Pietro che esce e piange amaramente, i soldati che mi conducono davanti al sinedrio, poi mi scherniscono e mi chiedono chi di loro mi ha colpito. Solo bontà e pazienza in me spingono Pilato a dire: “Non trovo nessuna colpa in quest’uomo”. Solo bontà e pazienza in me superano insulti di Erode e dei soldati, mi spingono ad abbracciare la croce che Pilato pone sulle mie spalle condannandomi a morte. Solo bontà e pazienza mi suggeriscono ad esortare le donne dicendo loro: «Figlie di Gerusalemme non piangete su di me!». Solo bontà e pazienza mi spingono a pregare sempre nel mio intimo, dicendo: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno»; ti prego dal mio ardente desiderio di stare con loro. Solo bontà e pazienza mi costituiscono «Re dei giudei». Con bontà e pazienza prometto all’affaticato e oppresso: «Oggi (adesso) sei con me in paradiso»; e prego Dio: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Anche chi temeva di testimoniarmi, come Giuseppe d’Arimatea, depone ogni timore, pone il mio corpo in una tomba nuova, scavata nella roccia. -Veramente il Padre mi ha dato una lingua da iniziati, il Padre mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi; so di non restare deluso. Ho umiliato me stesso; il Padre mi ha esaltato.
«Padre, sia fatta la tua volontà». – «Ho desiderato ardentemente mangiare questa pasqua con voi»

Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

Lieti condividiamo il seguente apporto dei fratelli.

Ho desiderato ardentemente mangiare questa pasqua con voi.
Il mio desiderio di magiare la pasqua con voi è tanto grande quanto l’amore del Padre per voi. Per il suo amore sono disposto alla passione. Lo faccio con gioia, che esprimo a voi, miei discepoli; desidero suscitare e attualizzare anche in voi questi miei sentimenti di amore verso l’amore del Padre per gli uomini.
Gesù, ricordati di noi.
Ho desiderato ardentemente mangiare questa pasqua con voi.
Il desiderio di mangiare questa pasqua con voi è l’animo con cui vivo tutta la mia passione. La storia della «passione» è la parte più importante dei Vangeli; si trova in tutti e quattro i vangeli, ed è la parte più estesa. È scritta dopo la risurrezione di Gesù e da chi accoglie Gesù Risorto. I Vangeli si possono chiamare: «Narrazioni della passione con una estesa introduzione”; sono il kerigma, il primo annuncio cristiano, riassunto nelle parole degli angeli alla risurrezione: “Quel Gesù, che è morto, è risorto come aveva predetto”. Caratteristica fondamentale della passione, sorgente di tutti i sentimenti di Gesù, è il «dono» che suscita in voi il «dono» di risposta: cioè dono della parola di Dio a noi, e della nostra risposta a Dio. Gesù dice: Io sono «dono» dal Padre a voi e «dono» da voi al Padre; ecco la celebrazione della messa nella sua prima e seconda parte; da solo l’uomo non può realizzarla. Il Padre la vuole e ce la rende possibile in Gesù.
Gesù, ricordati di noi.
Ho desiderato ardentemente mangiare questa pasqua con voi.
Il desiderio di mangiare questa pasqua con voi mi spinge a «donarmi», mentre sono tradito. Questo «dono» di Gesù è espresso con il verbo “consegnare” e simili, nei vari aspetti positivi e negativi, e domina tutto il racconto della passione: dall’eucaristia alla agonia; dal tradimento e rinnegamento al tribunale giudaico e pagano; dalla dichiarazione di Pilato che Gesù è innocente alla preferenza di Barabba, e alla condanna a morte di Gesù; dalla preghiera di perdono di Gesù alla confessione di Pietro, del buon ladrone, del centurione, delle folle, delle donne, dei conoscenti; dalla deposizione di Gesù nel sepolcro all’albeggiare del nuovo mattino di risurrezione. Il «dono o consegna» di Gesù va fino alla morte, e anima i discepoli di Gesù, a cominciare da Giuseppe d’Arimatea, che mentre chiede a Pilato il corpo di Gesù per la sepoltura, ne conferma la morte, ma testimonia anche la libertà dell’uomo nuovo che prima aveva paura: sicurezza che è frutto della redenzione di Gesù. Contempliamo il dono di Gesù in questi vari momenti della sua passione.
Gesù, ricordati di noi.
Ho desiderato ardentemente mangiare questa pasqua con voi.
Questo mio sentimento prevede e abbraccia deliberatamente tutta la passione. Io prevedo tutte le scene della mia passione; le accolgo per amore verso di voi. Annunzio fin dall’inizio a voi, miei discepoli che mi ascoltate, il dono di me stesso mentre sono tradito; e anche alla fine, quando non mi rimane che il Padre, lo stesso ardente mio desiderio di mangiare questa pasqua con voi si trasforma per voi in preghiera: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. All’inizio il mio ardente desiderio interiore si è traduce in dono totale di me stesso a chi mi tradisce; alla fine sulla croce, pensando al Padre, non penso a salvare me stesso, mentre sono sfidato da capi, soldati e ladrone crocifisso con me.
Gesù, ricordati di noi.
Ho desiderato ardentemente mangiare questa pasqua con voi.
Il Servo del Signore è Dono del Signore a chi lo accoglie. Così in tutti voi, che in questa celebrazione mi accogliete, crescono i miei sentimenti, che ho manifestato nella mia passione, riassunti nelle parole di Paolo: Gesù Cristo è Dio; ma pur essendo Dio, assume a favore degli uomini la condizione di Servo facendosi uomo; fattosi uomo, umilia se stesso fino alla morte di croce. Per questo Dio lo esalta al di sopra di tutti: e tutti lo adorano; tutti lo proclamano: «Signore a gloria di Dio Padre», cioè come segno dell’opera gratuita del Padre in favore degli uomini, perché siano innalzati in Gesù fino a Dio Padre.
Gesù, tu ti ricordi di noi!
Ho desiderato ardentemente mangiare questa pasqua con voi.
Consegnando me stesso, sono quel «il Servo del Signore» che il Padre vi dona! Io, il Gesù della passione, dichiaro: Il Signore (Padre mio) mi ha dato di indirizzare allo sfiduciato una parola…; il Signore mi ha aperto l’orecchio per la consolazione e io non mi sono tirato indietro…; ho presentato dorso, guancia e faccia a flagellatori, a sputi e insulti…; il Signore Dio mi assiste: Quel Signore Dio che vi «ama da dare il suo unico Figlio»; per questo non resto deluso: perché, condividendo pienamente l’amore del Padre mio per voi, io e voi siamo esaltati alla sua destra.
Gesù, ricordati di noi.

PREGHIERA EUCARISTICA

La risposta di lode e di supplica riassunta nel Vers. Resp.:
Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito. – O: Gesù, ricordati di noi,
si sviluppa in preghiera eucaristica fatta di:

ringraziamento: prefazio. Grazie, Padre, per il tuo Figlio:
umiliato fino alla morte di croce, esaltato per la salvezza dell’uomo a gloria del tuo nome;

attualizzazione: consacrazione. Ora, Padre, manda lo Spirito:
ci trasforma in Cristo, con i suoi sentimenti di Servo obbediente al tuo amore fino alla morte;

offerta: nostra in Cristo al Padre. In noi, Padre, si offre a te Gesù:
per la sua preghiera e la sua dedizione accogli l’offerta della nostra vita in lui;

intercessione: per tutti vivi defunti. Tutti, Padre, accogli in Cristo:
per tutti Egli sulla croce ha chiesto il tuo perdono;

lode finale: esplosione dei sentimenti. A te, Padre, ogni onore e gloria.
per Cristo nell’unità dello Spirito Santo che compie ogni santificazione ora e sempre.

CONTEMPLAZIONE
Nella chiesa il Padre convoca i credenti in Cristo, in cinque tappe (v. LG 2); contempliamo oggi nei suoi cinque momenti, per es., Il Dono:
prefigurata, sin dall’inizio, nella Creazione: dono, della cena: pane, vino, solidarietà, relazione, ascolto, consolazione;
figurata, nella storia d’Israele, antica alleanza dono, della parola allo sfiduciato e sicurezza del soccorso;
compiuta, in Cristo Gesù, negli ultimi tempi: dono, di Gesù umiliato fino alla croce, esaltato nella gloria del Padre;
manifesta, nella chiesa, per lo Spirito effuso: dono, in Pietro, ladrone, centurione, folla, donne, riconoscenti Gesù “il Signore”;
completa, alla fine, nella gloria della Trinità. dono, della preghiera: “Gesù, ricordati di me!” – “Oggi sarai con me in paradiso”.

Oppure:

Contempliamo oggi nei suoi cinque momenti, per es.:Il Desiderio.
Desiderio, dell’uomo: cercare il bene (vangelo);
desiderio, di Dio: salvare tutto Israele (prima lettura);
desiderio, del Padre: rivelarsi Salvatore del mondo in Gesù (vangelo);
desiderio, del Padre: proclamare al mondo Cristo «il Signore» (II lett.);
desiderio, del Padre: farci giungere alla meta della nostra speranza (dopocom.).

Preghiamo: Padre, che hai esaltato e hai dato

il nome sopra ogni altro nome al Cristo tuo Figlio,fattosi obbediente per noi fino alla morte, e alla morte di croce; fa’ che Gesù in noi sempre gridi a te: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”. Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen.

Condividiamo la nostra preghiera (neretto) nello schema della preghiera ecclesiale (colori).